Auguri Steven!

Stevie ha attraversato gli anni migliori della mia giovinezza, a volte senza farsi capire, ma perlopiù affascinandomi, sorprendendomi, facendomi innamorare, comunque sempre facendo luccicare di meraviglia gli occhi. Se avete i miei anni, 38, se amate un pochino il cinema, dovreste aver capito esattamente di chi sto parlando. E’ l’unico regista del quale ho visto il 90% della filmografia, mi mancano uno o due film.

Non posso dimenticare che il primo film che ricordo di aver visto è stato Duel, me ne vanto, e potrebbe essere inesatto, certo che ha colpito la mia immaginazione per un bel pò. Erano i tempi delle tv commerciali, quando non avevano limiti e ti mandavano, senza possederne quasi sempre i diritti, film recenti in prima serata. Io, che facevo zapping estremo coi cartoni animati, dopo aver passato la mia prima infanzia a cantare e a ballare per Happy Days, quel camion l’ho sempre trovato qualcosa di eccezionale, anche arrivando all’adolescenza, in cui, scrivevo sopra, dovrei aver scoperto il genio, la fantasia, i mezzi del regista. Uso la parola dovrei perché, se non sbaglio, ho iniziato con Indiana Jones e il tempio maledetto a seguirne le produzioni. Dopo che lui ha fatto uscire film strepitosi, ancora non sottovalutabili, come il primo Indy, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Lo squalo ed E.T.(dovrei spendere più parole su questo film, visto con molto ritardo) io stavo quasi per avere una crisi di rigetto; prima che venissero mandati in tv, o che io mi accorgessi del mezzo con cui coltivare quella strana passione per i film, diresse L’impero del sole ed Il colore viola. E’ stato il peggior turbamento cinematografico della mia vita, un cambio di registro che me l’ha fatto odiare per un bel pò, in cui posso inserire anche Always – Per sempre.

Piano piano quindi ho ripreso in mano gli altri film, compreso Ai confini della realtà, e ne capivo le “potenzialità”. Era il periodo dell’università, e non gli sono mai stato così lontano: figurarsi se andavo al cinema per Jurassic park, o peggio ancora per Hook – Capitan Uncino.

Nell’inverno del ’97-’98 ho scoperto quindi Schindler’s list, e piansi, come poche altre volte nella vita: la scena finale è un tributo che mi ha commosso, e forse mi commuoverebbe ancora se la vedessi un’altra volta.

Avevo molto tempo libero, e quindi per il cinema: ero arrivato alle seconde visioni dei suoi film. Disordinatamente, come capita a chi vuole solo starsene sul divano davanti alla tv, ho recuperato molti suoi titoli, compresi quelli che prima non avrei mai preso in mano, come L’impero del sole, ma iniziava anche la seconda fase di incomprensione. Dopo Salvate il soldato Ryan inizia a mio avviso il suo declino. Ho sempre cercato profonde motivazioni, cavilli, idee, recensioni sui suoi film dal 2000 in poi, da quel disgraziato (ma pure summa delle sue regie) A.I. – Intelligenza artificiale che ha portato a termine dopo che Kubrick se n’è andato, e prima di Taken, sottovalutatissimo, ho trovato però film commerciali, furbi, o troppo lontani da quei meravigliosi anni ’80. Non dico di rimpiangere 1941 – Allarme a Hollywood, è impossibile replicarlo, ma se ora mi esce con Tin tin devo recuperare il periodo migliore per il re Mida.

Il premio per la sua filmografia lo darei a Incontri ravvicinati del terzo tipo, una delle scene finali, che magari, se la trovo, la inserisco nella playlist qui sotto. Come attore lo premio per The blues brothers, il finale.

La sua filmografia vista da IMDB, con i voti per decennio:

’71 – ’75: 6,94

’76 – ’80: 6,7

’81 – ’84: 7,6

’85 – ’89: 7,48

’90 – ’94: 6,55

’95 – ’99: 6,66

’00 – ’04: 7,38

’04 – ’08: 7

Auguri Kenneth

Kenneth? Ma quale? A momenti non ci credo nemmeno io, perché non possiedo neanche un suo film (o forse uno, ma passato a miglior vita), ma questa è la vita di Gegio, che ha passato almeno 5000 ore sulla poltrona per il cinema, senza contare la pubblicità nelle registrazioni dalla tv, e si ricorda la maggior parte dei film che ha visto, in almeno 28 anni di carriera di appassionato.

Kenneth…Forse una lettrice che passa di qua lo sa di chi parlo, e magari anche chi è appassionato di Shakespeare. Certo, lui ha fatto anche altro (il film che conservavo), e sta per uscire Thor, da lui pure diretto.

Branagh…Non immaginavo di aver visto così tanti film da lui diretti: tutto è iniziato con Molto rumore per nulla, come tanti. Volevo darmi un tono, ed affrontare in un impeto letterario il Bardo: è un fondamentale di lettere, ma non sembra esattamente una buona partenza, specie se lo affronti con le vhs. C’ho ripensato poi, ma dopo quel Frankenstein che grida giustizia, ho posto gli occhi su Hamlet e Othello, quest’ultimo con il nostro nel cast. Amleto ha avuto diverse centinaia di versioni, almeno negli ultimi 10 anni, ma non l’ho mai capito. Passo quindi a qualcosa di più leggero, con Pene d’amor perdute, ma mi trovo un prodotto carino forse, ma non da ricordare. Forse ho visto anche Enrico V, ma non ci giurerei.

Me lo trovo anche in altri film, meno pretenziosi, come gli Amici di Peter, ma che mi becco ancora? Nel bel mezzo di un gelido inverno, dove i protagonisti tentano di inscenare cosa? L’Amleto!!! Ora, se a quest’uomo non affidavano Thor non c’era più speranza, e non so come avrei potuto registrare Il mercante di Venezia col mio Al Pacino.

Comunque Auguri Kenneth.

Auguri Woody!

Con questo post dovrei inaugurare una lunga serie di celebrazioni degli attori e dei registi che in tanti decenni mi hanno accompagnato, e in alcuni casi mi accompagnano ancora. Se A Gegio film è l’inizio dei titoli di testa, diciamo che tra i credits ci sono anche loro.

Dopo due addii, come quello di ieri e del giorno prima, è doveroso tornare alla vita, e chi, meglio di un regista che propone almeno un film all’anno, uno dei più attivi, nonostante la sua età, per il quale dovremo sapere tra l’altro a memoria la filosofia? Woody è regista, ma anche attore, anche se ultimamente non si mostra poi tanto.

Dividerei la sua filmografia in 3-4 tronconi.

Nei primi anni ’70, diciamo fino a Io e Annie, ha fatto film che decenni fa osannavo, che aspettavo sempre venissero riproposti nei palinsesti tv. Il dormiglione, Il dittatore dello stato libero di Bananas, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso...In questa prima parte della filmografia ci sono solo due eccezioni, Il prestanome, più drammatico, più seriamente politico degli altri, anche perché recitava e basta, e Provaci ancora, Sam, in cui prende mano con i sentimenti, con il confronto con le donne, un leit-motiv presente sia in Manhattan che in Io e Annie.

Dopo di che ho un buco, a parte Zelig: Interiors, Stardust memories, Una commedia sexy in una notte di mezza estate, Broadway Danny Rose sono tutti titoli che probabilmente non ho mai visto, in tutti questi anni, diciamo dalla mia prima maturità, periodo in cui ho imparato a conoscerlo, sopratttutto per gli aforismi presenti nelle Formiche che si incazzano. Non parliamo poi di Hannah e le sue sorelle, forse visto, forse no…

Poi c’è stata la nascita del mio interesse, quello cinematografico, con La rosa purpurea del Cairo (ne ho parlato anche qui, qualche giorno fa), Radio Days, forse visto al cinema pure quello.

Nei primi anni ’90 Rete 4 era la tv dei Bellissimi, e con loro ho visto New York stories, ma Woody mi aiutava anche al cinema, con Mariti e mogli, visto con l’incomprensione di chi non ne capiva tanto di cinema o della vita, Tutti dicono I love you, e La dea dell’amore, visto in solitaria una domenica pomeriggio. Qui inizia un’altro buco, diverso dagli altri, perché non so chi incolpare altrimenti della praticamente assoluta mancanza di differenze tra un film e l’altro, con ruoli e scene che nella mia mente si sovrappongono ancora: Harry a pezzi, Celebrity, Accordi e disaccordi, Hollywood ending, Anything else, tutti con scene veramente intercambiabili.

Con Melinda e Melinda è rinato un minimo di interesse. Mi manca Scoop, ma ho visto Match point e Vicky Cristina Barcelona, e il pollice verso si trasforma in orizzontale. Ora, dopo Basta che funzioni, in cui nell’ultimo periodo, come regista e come sceneggiatore, ha dato il massimo, aspetto qualcosa di più.

Un premio per la sua filmografia? Da attore per Io e Annie, Manhattan e Provaci ancora, Sam. Come regista per Manhattan, ma sono sicuro che se guardassi anche i film più bergmaniani avrei dei dubbi.

La sua filmografia vista da IMDB, con i voti per decennio:

’65 – ’69: 6,15

’70 – ’79: 7,01

’80 – ’89: 7,12

’90 – ’99: 6,63

2000 – 2010: 6,51

Ora la playlist, con le migliori scene da lui interpretate e/o dirette, e alcuni trailer: