Leit motiv, o per meglio dire, un imperfetto, incomprensibile e non voluto ciclo dedicato ai bambini, con qualche pezzetto di mondo fantastico. Gegio dalla parte dei bambini, insomma. E come per Il sospetto ti domandi almeno almeno come sono venute fuori quelle lacrime nel finale, o come possa combattere con un padre così, o chi le abbia detto di correre, sputare fuoco, scappare, combattere. Bella sfida per il regista, accolta dall’Academy che non ha risparmiato candidature importanti, forse in obbligo verso Katrina e le disgrazie della Louisiana. O sbaglio? E’ che io sono in giornata libera dal lavoro, magari l’eccesso di relax mi confonde, ma buona parte del film me la sono vista, e mi sono accorto perlomeno del grande lavoro dei trovaoggetti. No, il film è molto di più, non riduciamolo alle trovate, ci sono una bambina orfana di madre, un padre che è sempre più lontano, strani o loschi figuri sull’acqua, alligatori esplosivi….No, c’è anche poesia, e non diresti mai che quei luoghi te la possano tirar fuori.
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