Super 8

Te li vedi, Spielberg e Abrams che si divertono come matti per questo film, loro che frequentano sempre meno il genere, a ragione o a torto: nel caso del primo, il più anziano, c’è un manuale da scrivere, o, se preferite, non ridere su quella scena di Men in black in cui appare in un cameo. Abrams si è portato dietro Giacchino, e si sente fin dalle prime note, ma tutto il resto, dalle nostalgie alla ragazza, dal finale alle suggestioni buoniste, è roba di Spielberg. E pure gli svarioni nello scrivere: perché quegli affari bianchi sono ancora in città nel finale del film? Nei primi minuti ho pensato a mio nipote, più o meno dell’età dei protagonisti, e posso dire che gli può sicuramente piacere, magari mi fa il salto dall’horror alla fantascienza, ed è tutto dire, è un apertura al cinema che gli auguro.

Parlavo dell’attricetta, di una delle Fanning che fa ancora più paura della sorella maggiore, quella che abbiamo conosciuto negli anni scorsi per Mi chiamo Sam o Taken, la secchiona bionda del cinema. Roba di famiglia essere brave…Di attori conosciuti non ce ne sono, ma IMDB mi aiuta a scoprire chi è il vice sceriffo, padre di uno dei ragazzi, una faccia che hai visto almeno una dozzina di volte, sempre per caso però. Vi sfido a riconoscerlo. …E L’alieno? E’ buono, cattivo, tecnologico, problematico, vecchio e stanco. Gli effetti speciali non sono nemmeno tutti per lui, siamo abituati a creature del genere, mentre il deragliamento del treno, la scena più importante, è diretta in modo che possiamo tornare un pò alla realtà, come quando la Jeep entra nei binari in modo troppo “repentino”. Alcune trovate sembrano uscire da Lost, come la caduta di una lavatrice nella strada….si, la botola mi manca… E il Super 8 che c’entra? I ragazzi, poco più che adolescenti, stanno producendo un filmetto, che si vede nei titoli di coda, un noir horror, un investigatore privato e degli zombie. Vi basta? E la nostalgia per quel cinemino da pochi soldi, vi manca? Io sono sempre stato un fruitore di cinema, non ho mai pensato di comprarmi una cinepresa, o, visto il progredire della tecnologia, una videocamera vhs. Alla loro età, qualche anno più tardi, avrei aperto una sala. Per un paio di pomeriggi vendevo patatine al formaggio a venti lire, con lo scantinato di casa pieno di scatoloni di sigarette a fare da bancone, un’atmosfera quasi da horror e, appunto, il proiettore per i cartoni animati che più amavamo. Questa è stata la mia infanzia. Non erano i ’70, sono più giovane di quei fortunati, ma a quell’età si facevano queste cose, si fruiva del cinema, più che farlo, e se il la mia sala avesse avuto un minimo di fortuna avrei baciato quella biondina che tanto mi piaceva….E dai, ammettiamolo, una cosa così, un filmetto di quelle misure era da sboroni…O da Spielberg…O da Abrams…

Hai paura del buio

Massimo Coppola è di quelli che non ho mai ritenuto dover affrontare, tanto è sperimentale, e non per forza interessante. Credevo Coppola si fosse dato al film di genere, ma evidentemente mi confondevo con Io non ho paura di Salvatores, e non è detto che l’ultima parola porti sempre ad un horror. Non oso guardare MTV, al massimo per Scrubs, ma ormai il canale sembra un crogiolo per adolescenti o poco più. Ogni tanto si mette a produrre qualcosa, tipo Ginnaste, o un titolo così. Ogni tanto manda qualcosa di prettamente italiano, ed ecco che giunge Coppola, con tutta la sua drammaticità dei vent’anni. Palloso? Forse, ma il film ha qualcosa di positivo. Ti fa capire che il rumeno è una lingua latina affascinante, ma è qualcosa di più, perché le due interpreti sono brave, e quei primi piani, portati avanti fino alla fine, non fanno che ridurre la distanza con loro. I primi minuti sono lunghissimi, se non fosse per la bellezza dell’attrice rumena non riusciresti a tirare avanti. Poi conosce Anna, l’operaia di Melfi, e lei non sorride mai, tira avanti la famiglia ma sembra durissima con tutti. Due attrici e una situazione che ogni tanto immagini quando senti parlare quella stranissima lingua. Una madre che abbandona la figlia ai soldi, un confronto impossibile e bellissimo con la figlia che ha tutte le ragioni del mondo… Vedi che trovo qualcosa di positivo anche in Coppola? Ora basta che non si fermi…

X-Men. L’inizio

L’esperimento di cui parlavo nel precedente post è per coloro che sono abbonati a Sky, e che hanno visto il film in questione. Una recensione lampo quindi, a pochi minuti dall’anteprima di Sky Cinema 1. Peccato che tutto fallisca per una questione di orari e giorni di riposo. Lunedì Cinema, che vi proponevo con i film più recenti, finisce così, più o meno, dato che continuerò a propinarvi le mie idee sui film in tv di più recente uscita il martedì.

X-Men. L’inizio parte con l’incipit di uno degli altri episodi della saga. Magneto è ancora Erik, e si vede portar via i genitori dai nazisti. Quella scena, a suo modo straziante, ci fa poi scoprire il nemico del caso, un Kevin Bacon affrancato da tanti ruoli positivi. Naturalmente gli hanno concesso di rimanere giovane, ma la sorpresa riguarda i primi momenti di vita degli X-men, un pò G-men, un pò creature del professor Xavier. Mystica è insieme a lui, quasi sorella, fin da giovanissimo, e vediamo tutti i personaggi principali alla vigilia della crisi missilistica di Cuba. E non sono soli, dato che trovano altri mutanti, come nemici o come persone probabilmente più sole che mai. Le teorie però si fanno concrete fin da subito, e Magneto vuole la supremazia, Xavier l’integrazione…la solita solfa insomma, ma con qualche sorpresa legata al prequel degli altri 3 film. Le situazioni sono sempre le stesse, ma volete mettere il momento in cui i giovani della squadra inventano di sana pianta i nomi dei personaggi? E Cerebro? E Bestia? C’è pure il prototipo dell’aereo, ma fin da subito c’è pure il casco di Magneto, e non so come e perché i russi l’abbiano passato al cattivo, che aveva delle notevoli potenzialità. Naturalmente è la saga degli effetti speciali, e si è provveduto a svecchiare tutto, con un minimo di Storia rimaneggiata a favore dei fumetti: in un universo parallelo, nel momento in cui stava per scoppiare la Terza guerra mondiale, sono intervenuti loro…

 

Machete

Non so se CineBlaBla l’abbia visto per caso, oppure mi sta dietro (e avanti) con le recensioni, avendo letto di questo foglio elettronico. Ogni lunedì prendo il film più recente della lista e me lo vedo, e magari il mio collega ha sbirciato e mi ha anticipato. Inoltre, qualche giorno fa gli ho scritto di questa lista, ed eravamo sintonizzati sul metodo per eliminare alcuni titoli, ma lui è la stessa persona che mi ha consigliato di non buttare mai via niente, ed io l’ho preso in parola, cercando e rovistando nella guida tv di Sky.

Ma come mai Machete? Ero un pò curioso, lo devo ammettere, e forse non ho nemmeno impostato l’avviso di Filmtv per la programmazione tv. Inoltre, un personaggio così (non più persona, ma mito, lo dice lui nel finale) non poteva che interessare Hollywood, ed ecco che dopo il fake trailer del dittico Grindhouse, un film tutto per lui. Le vicende sono quelle degli immigrati messicani, di potenti del luogo e della situazione e di alcune ragazze che comunque, una o l’altra, vi farebbero gridare al miracolo. Come altrimenti poter riunire nello stesso cast Lindsay Lohan, Jessica Alba, Michelle Rodriguez (de gustibus in questo caso) e un sacco e mezzo di ninfette? E quelle armi, improbabili quanto realistiche? E quell’intreccio da boutade? E quel sangue che gronda, quelle battute da annale, quei personaggi secondari probabilmente tagliati in montaggio, come il killer che scompare dopo la scena della crocefissione? Misteri che neanche Robert Rodriguez avrebbe coraggio di considerare, anche se non è una sòla che si pensi al seguito, annunciato dopo il finale. Con questo caldo, con la testa che vuole andare in vacanza al Polo Nord, è già tanto che abbia scritto tutte queste righe, dopo un’ora e mezza di svacco.

Ah, non ho scritto di Robert De Niro…

Valhalla rising. Regno di sangue

Ce n’è per tutti, di sangue, e i buoni non sai quasi mai chi sono. Oneeye è letale, silenzioso, vendicativo, ma i suoi compagni di sventura lo sono ancora di più, se vogliono costruire una nuova Gerusalemme nelle coste americane. Almeno, credo di aver capito così, credo che dopo quella nebbia siano sbarcati lì, ma c’era mio padre che tagliava l’erba a pochi metri da me, e un’amico ha installato la Cyanogenmod nel cellulare, quindi ho capito il messaggio, i personaggi, ho visto le fantastiche ambientazioni, una certa accuratezza nella colonna sonora, una buona fotografia, il silenzio interrotto dai dialoghi, ma soprattutto un canale, Rai4, che manda ogni tanto queste anteprime, a un’anno dall’uscita, non ricordo se in dvd o al cinema. Refn, hai presente? Quello di Drive, ma più indietro anche di Bronson e una trilogia, Pusher. Diciamo che non ci si annoia con lui, ma le circostanze non hanno permesso di concentrarmi. Pensavo ai miti nordici, ma qui c’è altro, quindi passiamo oltre.

Red

Un film un pò di spie, un pò d’azione, con botte da orbi e vecchiacci ancora attivi. Bruce Willis pare abbonato a queste situazioni, ma qui si prende la briga di ironizzare su tanti film, fatti da lui ma anche e comunque del passato. Sono tutti in pensione, pure russi o inglesi, o in ritiro, ma si ride parecchio, e certe azioni ti stravolgono gli occhi. La prima parte è splendida, con l’introduzione dei buoni, anche se l’incipit non permette di capire a fondo la situazione di Red, reduce estremamente distruttivo (l’acronimo trovato non fa tanto effetto). Si innamora via telefono, una Maria Luise Parker dolcissima e insieme simpaticissima (la eleggo a donna da dover perlomeno incontrare), ma poi si entra nel mondo delle vecchie spie, e direi che il personaggio di John Malkovich merita un applauso, anche se non capivo assolutamente a cosa servisse quel maiale, e la realizzazione e la verifica delle paure più infantili o assurde di un paranoico sono delle idee molto originali. Mi viene in mente una puntata di 30 Rock, ma anche Kiss kiss, bang bang. Pare pure girato bene, anche se nella seconda parte, normale, si fatica a non notare le solite cose triturate e riciclate dal cinema. A quando una nuova parodia del genere spionaggio dopo Top secret! ?

The tree of life

Ricordo, più di un anno fa, che c’era un bel pò di 2001: Odissea nello spazio. Confermato, ma c’è molto di più: Sean Penn è presente, ma per pochi minuti; è un continuo, inarrestabile tripudio per gli occhi, se non per le emozioni; ha un montaggio molto, molto particolare, con angoli di ripresa a tratti insoliti, quindi è tutto da studiare (ci sono pure i dinosauri…); la timeline inoltre è a tratti veloce, a tratti rallentata, ma riguarda quasi tutta l’adolescenza di uno dei tre figli di Brad Pitt, signor padrone che ogni tanto si rivela pure padre. Dovrei farlo vedere a mio nipote, o ai suoi genitori, ma non è un film per tutti. No, non c’entra il divieto di Sky ai minori di 12 anni, è più per l’aura che lo circonda, un film soprannaturale che spiega la vita, o tenta di spiegarla fino ad una certa età. Malick, nome tutelare della cinefilia, ogni tanto si impegna e ci fa ragionare, o perlomeno pensare ai nostri limiti, di umani e di cinefili sempre in erba. Un popò di roba che non posso non rivedere un’altra volta, nel ciclo dedicato al regista. Magari su dvd o bluray…