Domenica 18: Il concerto, alle 21.30 su La7

Non vedevo un finale così emozionante da anni. Melanie Laurent che suona Il concerto per violino e orchestra di Pëtr Il’ič Čajkovskij (vi sfido a capire come l’ho scritto…) è una delle cose più belle degli ultimi anni, anche se il film non è fatto solo da lei: spigolosa e professionale si trova davanti ad un’orchestra da comica, come il regista c’ha abituato in Train de vie, come viene descritta nel primo tempo, ma dopo le prime note (e le prime prove), riconoscono in lei il motore della musica, della storia e della Storia, e si fa tremendamente sul serio. Perché puoi guardare il film come commedia, quindi ti diverti nei soliti miasmi umani, con in più la presa in giro del comunismo passato, presente (e futuro!), oppure vai alla parte drammatica, con una storia accennata in varie parti del film che si rivela bellissima nel finale (no, non ve lo svelo assolutamente, dovete guardarlo). Non so se la Laurent sappia o no suonare il violino, ma le immagini finali, quelle dell’applauso, sono molto rivelatrici, a meno che non sia un’attrice bravissima, così brava da immedesimarsi nel personaggio creato per lei da Mihaileanu. Ed è la seconda volta che questa ragazza riesce a colpirmi, dopo Bastardi senza gloria. Tocca stare attento a lei, tocca appassionarmi un pò di più alla musica classica, alle altre storie personali tratte da quell’abominio ideologico.

15/3: Casinò, alle 21.05 su Iris

Casinò

Parole memorabili: Alla fine becchiamo tutto noi

Regia: Suona un pò strano che dopo Quei bravi ragazzi Scorsese riprenda in mano una gangster story dopo 5 anni, forse voleva sfruttare fino in fondo la vena creativa di Nicholas Pileggi, sceneggiatore di entrambi i film e di American gangster. Il marchio di fabbrica del regista è fatto di storie di mafia, l’Oscar l’ha vinto con un film del genere, lo si ricorda soprattutto per questo. Da una parte lo si prende in giro (Mafia! su tutti, ma anche Attori), dall’altra si pensa che sia il regista de Il padrino…mah…

Attori: Se De Niro si conferma un grande attore, elevandosi dal solito ruolo di cattivo tutto d’un pezzo, le sorprese sono i co-protagonisti, Sharon Stone, mai così bella e brava, candidata quindi all’Oscar, e Joe Pesci, che aveva già vinto il premio per Quei bravi ragazzi, anche se qui meritava almeno la candidatura. Bello anche il personaggio di James Woods, che meriterebbe un film a sè.

Soggetto e sceneggiatura: Come già detto la sceneggiatura l’ha firmata Nicholas Pileggi, che ne stava facendo anche un libro (Wikipedia). La storia se non è vera è perlomeno verosimile, anzi, in questa parola sembra ci sia molto del cinema del regista, che non si fa scrupoli per storie del genere. Qualcuno dica al regista della trilogia americana di James Ellroy!!!

Dialoghi: Se si riconosce la voce di Joe Pesci, e non si dimenticano gli insulti con cui apostrofa i malcapitati, si ricorda ancora di più l’uso della voce-off in tutto il film, un commento dei due protagonisti maschili alle vicende.

Colonna sonora: Come al solito il regista ha messo mano al soundtrack, almeno non ufficialmente, per cui si ascoltano grandi classici del rock e del melodico, ma anche partiture classiche, che fanno la loro porca figura anche in un gangster movie.

Effetti speciali: Belli i titoli di testa…che c’entra? Guardate il film…

Tecnologia nel film: Si fa notare il cercapersone dato alla moglie di Asso.

Montaggio: Straordinario lavoro, soprattutto perché il film non dura solo due ore e ci sarà stato un casino di girato.

Fotografia: I colori di Las Vegas, ma soprattutto dei vestiti di De Niro sono un pugno nell’occhio, forse l’unico del film.

I miei Oscar: Colonna sonora, Joe Pesci, montaggio

Gli Oscar veri: Solo una candidatura per Sharon Stone.

Libro: Uscito nello stesso anno del film, qui la pagina di Wikipedia.

Citazioni: Non so se anche qui Scorsese ha lasciato qualche easter egg per cinefili, so solo che Mafia!, film satira del genere gangster riprende la sequenza iniziale.

Schede: Filmtv, Mymovies, Wikipedia, IMDB

Prosecuzione delle vicende: L’unico sopravissuto mi pare sia Asso, che nella realtà, appena saputo che nel film veniva interpretato da De Niro, ha accettato di collaborare al film.

Meglio di, peggio di: Meglio di Cape fear, peggio di Quei bravi ragazzi.

Stesso genere: Quei bravi ragazzi.

Riflessioni e ricordi: Se imposti la visione di questo film non come un diversivo di Quei bravi ragazzi, ma come una storia sui soldi vedi un film almeno in parte diverso.

14/3: Fahrenheit 451, alle 23.00 su Iris

http://gegio.wordpress.com/2008/08/10/fahrenheit-451/

Pensavo di aver letto il libro di Bradbury da ragazzino, ma mi sbagliavo. Però il film è diventato un piccolo mio cult nella tarda adolescenza, quando per me i libri erano molto importanti. A parte la solita retorica sull’importanza della letteratura, e la critica ad un certo tipo di tv, quella cretina e poco cerebrale, c’è da dire che Truffaut ha preso in mano una sceneggiatura piuttosto originale per lui, abituato ad altri generi cinematografici. C’è chi dice che è uno dei suoi film peggiori, ma c’è tanto su cui ragionare (e scrivere). Rivedendolo ho notato due cose: le musiche di Bernard Herrman, riconoscibilissime perché sembra di “sentire” un film di Hitchcock, e la messa al rogo di Cahiers du cinema, rivista dove lavorava il regista.  Continuo a tenerlo perché è un tassello della mia vita in film.

13/3: Revolutionary road, alle 21.10 su Canale 5

http://gegio.wordpress.com/2009/10/13/revolutionary-road/

Come è bello vedere un film senza saperne assolutamente niente. Non parlo di spoiler, ma neanche di anticipazioni lette su Internet o sulle riviste: di Revolutionary road sapevo solo che era interpretato dalla coppia di Titanic diretta da Sam Mendes, marito della Winslet; il mio interesse nel noleggiarlo era anche dovuto al mio tentativo di una classifica di film della stagione scorsa più citati tra i miei colleghi, che è ancora uno spunto per andare in videoteca.

Il film è quanto di più classico e drammatico si possa pretendere attualmente: si parla della disfatta di una famiglia vista con gli occhi di chi sa come è strutturata adesso; anche se il film è ambientato negli anni ’50 non si possono non vedere i riferimenti all’attualità. Il film mostra il coraggio che ci voleva per abortire da sole in quel frangente, c’è l’inquietante assenza per molta della durata del film dei figli, e c’è il classico scontro di priorità, di ambizioni, di sogni in una coppia, materiale forse inflazionato sul grande schermo. Qui si parla della storia, ma ci sono degli attori meravigliosi ad interpretarlo: Di Caprio e la Winslet sono cresciuti, moltissimo, e forse volevano dimostrare come la coppia sia cresciuta, benissimo per giunta. Il Jack di Titanic ormai sta imparando a recitare a suo modo, forse con troppe espressioni facciali riconoscibili in altri film, ma va bene lo stesso. Lei invece è una delle più grandi attrici di adesso, e potrebbe prendere il trono di Meryl Streep se gli diamo più credito: il mio amore nasce da Clementine coi capelli colorati, ed è per questo che ho noleggiato anche The reader  – A voce alta.

Sono lontanissimi i tempi del blockbuster…

9/3: An education, alle 21.00 su Cielo

http://agegiofilm.altervista.org/2011/12/01/an-education/

A volte capita di amare anche la swinging London, se nel 1961 già esisteva, e via di club, dischi, ristoranti, mostre, aste, concerti, corse dei cani e chissà cos’altro. Per una ragazza di appena 16 anni però può sembrare troppo, specie se trovi un mezzo truffatore un pò ladro, che con i suoi amici si gode la bella vita. La via per uscire dalla Londra degli anni ’60 può essere l’istruzione, un’istruzione, An education, oppure seguire quei tipi mezzi raccomandabili e mezzi no. Due come Ken Loach o Stephen Frears dovevano far finire un film così con una gravidanza, ma Nick Hornby ha scelto una via più leggera. I primi minuti sono scoppiettanti, poi arriva l’uomo, ma non si svela la solita commedia sentimentale, no, si continua a ragionare pure a Parigi, ed infine…Non oserei mai dire in giro che non ho mai letto un libro di Hornby, neanche Alta fedeltà a dirla tutta, ma questo suo disimpegno totale col cinema, dopo gli adattamenti dei suoi libri, ha avuto un esito molto positivo. Certo, se incontrasse Richard Curtis e scrivessero qualcosa insieme griderei al miracolo a priori. Ci vorrebbe poi il solito seguito del già regista e smetto di sognare. Divago, ma prima di finire vorrei lodare l’attrice che ha interpretato Jenny, la protagonista: una così dovrebbe entrare nel cast dell’immaginario film di cui sopra!