I film di Infinity e la Top 100 – Rivisitato e corretto

Oggi giornata di consumi, tanto per contribuire all’economia con l’ottimismo e i soldi sudati. Ho fatto pure tappa da McDonalds, che, ad un prezzo molto ragionevole, fino ad oggi proponevano un coupon con due mesi di prova gratuiti, oltre all’abominevole Big mac. Avevo già in testa di riproporre la piccola serie di post lanciata qualche settimana fa, e, con una probabile sistemazione del catalogo Infinity, ci stava una revisione delle liste. La Top 100 assoluta, ricordo raccolta con i voti più alti di Filmtv, Mereghetti, Mymovies, IMDB e Morandini, è visibile a questo indirizzo.

2001. Odissea nello spazio
Arancia meccanica
Cantando sotto la pioggia
Casablanca
Gangster Story
I quattrocento colpi
Il dottor Stranamore
Il mucchio selvaggio
Il padrino – parte II
Il posto delle fragole
La dolce vita
Ladri di biciclette
Mystic River
Roma città aperta
Rosemary’s Baby
Scandalo a Filadelfia
Sentieri selvaggi
Sussurri e grida
Un dollaro d’onore

I film di Infinity e la Top 100

Ho cercato di nuovo i titoli, quindi ne è uscito un nuovo post, con gli stessi film della lista.

Dopo Sky, dopo Mediaset premium, dopo Youtube, ecco un nuovo modo per godersi il cinema legalmente, senza costi eccessivi, solo 9,99 euro al mese, senza vincoli di contratto. Infinity è il servizio di streaming di Mediaset, partito proprio oggi, e sono più che tentato di abbonarmi, magari aggiungendoci sopra River, la piattaforma di Sky, nei prossimi mesi, e facendo scadere il contratto con Sky, ma il problema immediato è il modo per fruirne: decoder, pc, tablet, smartphone, smart-tv, playstation??? Infinity è dappertutto, con app o siti, ma nel mio caso cosa devo usare? Non posso nemmeno rimediare con le chiavette Android, pensavo fossero l’ultima ancora di salvezza prima dell’acquisto di un nuovo decoder…

Ieri scrivevo su Twitter che del satellite rimpiango ferocemente la cancellazione di Mgm Channel, e Studio Universal non sta proprio bene, poca roba registrabile anche lì, ora che ho aggiornato le persone da seguire tramite le prenotazioni di Film.tv.it. Pensavo anche al tubo, e magari questa serie di post si allungherà con la ricerca dei film anche lì, ma prima si parla di Infinity e della Top 100, ovvero i film che un anno fa ho scoperto hanno una media di voto altissima, per Filmtv, IMDB, Mereghetti, Morandini e Mymovies. Non potevo chiedere troppo, ma in qualche maniera la piattaforma si salva, magari con qualche film già trasmesso su Iris, ma si salva. Altrimenti si và su Rai Movie, ma la domanda è: come registro ora i film dalla tv? Ormai è meglio passare direttamente allo streaming? Con questa serie di post troverò delle motivazioni….Non devo mica per forza mettere i link, vero??? La Top 100 è a questo indirizzo, se avete saltato il link precedentemente.

  • Ladri di biciclette
  • Il posto delle fragole
  • La dolce vita
  • Il mucchio selvaggio
  • Gangster story
  • Il padrino – Parte II
  • Il dottor Stranamore
  • Rosemary’s baby
  • Un dollaro d’onore
  • Scandalo a Filadelfia
  • Sussurri e grida
  • Sentieri selvaggi

 

 

La Top 2500!!!!!

Sono mesi che ne parlo, la cito nei post dedicati ai registi, c’ho fatto una lunga serie di post sui diversi generi, ed ecco che, con il 6° anniversario di nascita di A Gegio film, viene postata nella sua interezza. Spero, con gli impegni lavorativi in corso, di cambiare ogni giorno l’ordinamento dei dati, quindi di darvi in pasto una nuova classifica in base ai diversi dati che ho raccolto.

Vi ricordo come l’ho compilata: ho preso i migliori film per Film.tv.it, c’ho aggiunto quelli di Morandini, IMDB, Mereghetti e Mymovies; ho raccolto, con Extreme movie manager, i voti di tutti, li ho proporzionati, quindi ho calcolato la loro media.

Se siete stati attenti, magari l’avete già letta nelle settimane scorse, perché nella sidebar ho inserito ed inserirò ogni settimana, in anteprima assoluta, tutti i fogli elettronici che compilo durante i miei lavori assurdi, tipo la classifica degli attori.

Se non vi piace l’embed, potete anche andare a questo indirizzo.

Questi li salvo – Stanley Kubrick e la Top 100

C’è poco da discutere, con le osservazioni di ieri. Tanti, forse troppi film del ciclo a lui dedicato erano già in Top 100, ed io ho fatto un’eccezione, motivata dal fatto che avevo trovato due biografie sul regista e mi andava di leggerle, per scoprire il genio che c’era dietro a Rapina a mano armata, Shining e Barry Lyndon, già nella personale Top 200, ma anche de Il dottor Stranamore, di Full metal jacket, Arancia meccanica, Orizzonti di gloria, 2001: Odissea nello spazio…Questi ultimi 5 film già in Top 100, gli altri 2 in Top 200, cosa rimane da salvare? Tutto e niente, quindi vi dico che Il bacio dell’assassino è il film che ha avuto il voto più basso, e poco sopra c’è Spartacus. Il primo era un esperimento, quello con Kirk Douglas era una regia su commissione. Poi si cresce con Lolita ed si entra nel periodo d’oro, con l’atto finale di Eyes wide shut, comunque degno di nota.

Ciò che resterà di Kubrick

Dopo una settimana di svago, più o meno consapevole, dopo un’immersione nei voti dati alla tv, torno a parlare di Kubrick. La volontà di distrarmi mi è venuta a causa delle biografie sul regista, e Ghezzi l’ho lasciato perdere: o gli occhi erano troppo stanchi, oppure non sono più abituato ai libri. Del resto la grandezza del Tipo si può riconoscere anche sapendone qualcosa in più sulla vita. Come atto pre-finale ho deciso di godermi il documentario Stanley Kubrick: a life in pictures, che ha ampliato le mie conoscenze, con i contributi di Spielberg, Allen e Scorsese; peccato che spesso non si sa chi stia parlando del Regista, a parte i soliti noti. Ci sarebbe anche un L’archivio segreto di Stanley Kubrick nel Myskyhd, ma ormai Lo conosco, ed ora mi faccio le mie opinioni. Dove eravamo rimasti? (di questi film scriverò un’altra volta, visto che molti sono in Top 100, ultimo traguardo del blog… poi smetto, giuro…).

Barry Lyndon. L’ultimo film lunghissimo di Kubrick qui è stato già recensito almeno una volta, e dalle bio ho scoperto altre cose: Schubert, le candele, i quadri, il 19° secolo, ma oltre ciò? Il Nostro aveva già ottenuto due cineprese speciali dalla Warner, di quelle inestimabili a quanto dicono nel documentario, e lui c’ha messo, dopo averle smontate, degli obiettivi della Zeiss che la Nasa avrebbe usato per i satelliti: la grandezza si vede dalle piccole cose, soprattutto se programmate. Lui però doveva fare i conti con gli irlandesi, l’Irlanda, l’IRA (erano i primi anni ’70), con gli inquilini delle case usate per i set e con la Warner, tenuta all’oscuro di tutto. Dopo l’interruzione della produzione di Napoleone (se l’è assunta Spielberg in questi giorni), era piuttosto combattivo, e il romanzo di Thakeray fu usato solo come filo conduttore, mentre lo script veniva modificato secondo le esigenze.

“Echi di un tema che appare in molti dei lavori più riusciti del regista, quello per cui tutti i piani meglio congegnati spesso falliscono a causa dell’errore umano”, “l’outsider che è dedito all’azione contro l’ordine sociale, (…) che combatte per qualcosa di impossibile”

La parabola umana, l’ironia usata contro l’esercito e contro la buona società, gli zoom che rivelano una messa in scena simmetrica e perfetta, questo c’ho trovato io.

Anni…

Shining. Sapevate che il Nostro avrebbe potuto fare L’esorcista 2? Pensava all’horror, e gli arriva informazioni su quella strana cinepresa, la steadycam, usata in modo massiccio, dal labirinto ai corridoi, con fatica dell’operatore, ad altezza di bambino, e con trovate non sempre geniali, visto che nel carrello che l’accompagnava c’aveva messo alcune persone. Poi c’era Nicholson, che in quel periodo seppe che sua madre era sua sorella, quindi la faccia sconvolta era motivata e partecipata, anche se conservò un buon rapporto col Regista. Al contrario con Shelley Duvall fu un disastro, dei fini che giustificavano i mezzi per farla recitare al meglio, con fatica, iperventilando, ma impressionante, visto che era la parte debole del cast. Cast ma non solo, perché la troupe si stancò in fretta, la lavorazione andò avanti mesi, come il montaggio. Gli esterni furono girati dalla seconda unità, mentre gli interni erano vicino casa, almeno questo. King l’ha ripudiato, dovreste saperlo, e l’Altro c’ha messo il labirinto nel finale, il sesso e il sangue dall’ascensore, ma se avete letto il romanzo dovreste già saperlo. Prima è un horror da citazione, poi un horror spaventevole, un film da guardare comunque, uno da avere in videoteca ed infine un’altro capolavoro di Kubrick, visto questa volta nell’edizione di Sky, con alcune modifiche, tipo quella al testo ripetuto alla macchina da scrivere.

Anni, anni…

Full metal jacket. Direi che capisco Vincent D’Onofrio: il ruolo che l’ha fatto ingrassare più di Robert De Niro per Toro scatenato, partecipazione che non avrei altrimenti riconosciuto, lo impegnò davanti ad uno sconosciuto ed autentico ex preparatore di marines, quindi ridere gli si confaceva. Ho riso anch’io, non potevo fare altrimenti all’inizio, poi il buio. Te credo che qualcuno ha imparato a memoria gli insulti, poi è una riflessione strana sull’assurdità della guerra, verificabile con la scena dell’incontro dell’ennesimo colonnello di Joker, quando gli spiega perché aveva addosso una spilla col simbolo della pace e contemporaneamente la famigerata scritta “Born to kill” sull’elmetto: la dualità umana…Kubrick però s’è fatto importare delle palme originali, pur di non usare location originali o simili, e si è costruito distrutto un set nell’amata Inghilterra, e si vede dal cielo comunque plumbeo, che, qui si vede benissimo, ha rovinato l’illuminazione fino al momento dell’incontro col cecchino. Non so cosa ci trovate voi, non so con qual meriti sia in Top 100, io non l’ho mai capito.

Anni, ancora anni, più proficui mentalmente: prima l’idea di A.I. – Intelligenza artificale, nelle intenzioni da Lui prodotto e diretto da Spielberg, che poi gli ha rubato l’argomento di un film sullo sterminio degli ebrei: voleva farci un film, ma sapendo di Schindler’s list ha interrotto la produzione. Direi che Stevy ha qualche debito di riconoscenza, o qualche senso di colpa.

Eyes wide shut. Altro progetto di origine remota era l’adattamento di Doppio sogno di Schnitzler, almeno dagli anni ’70. Si cercò una perfetta coppia di attori, preferibilmente coniugi, ed ecco che il disfarsi di un matrimonio diventa motivo di riflessione addirittura per un Tom Cruise!!! Come al solito le riprese sono state lunghissime, oltre il limite dello sfinimento se Cruise e Pollack nel documentario ci ridono sù, ma i soldi erano tantissimi, un prodottone di studio che doveva garantire qualcosa in più del solito Regista. Lui, che aveva progettato, programmato, studiato, analizzato ogni possibile sala dove usciva ogni suo film, se ne và, ci lascia soli a pochi giorni dalla prima mondiale.

E’ uno scherzo che non gli ho mai perdonato, ma essendo Kubrick una persona seria non posso che permettermi di dissentire dalla sua morte: è uno tipo Elvis, quelle fugaci comete che passano di qua una sola volta nella nostra vita, ma che continuano a girare per l’universo. C’è, ma non si vede, si fa sentire forse, si illuminano ogni tanto i suoi occhi puntati su qualche altro regista, perché le lezioni di un Genio sono state messe su pellicola. Spero che le biografie, pur completissime fino al dettaglio, abbiano trascurato ciò che magari troverò nel documentario sull’archivio segreto, perché una persona così non ha mai fermato il cervello, e può aver trovato spunti per un film pure in una scatoletta di cibo per gatti.

 

Arancia meccanica

Strano, pareva ormai un film da censurare comunque e dovunque, ma gli anni passano, e Rai2 prima, Rete4 poi, l’hanno riproposto almeno una volta ognuna. Ricordo che 15 anni fa l’ho visto su vhs, avuta non si sa come da un amico, che gli sembrava utile e dilettevole farmela vedere. Non ci vedeva forse il cinefilo, più qualcos’altro forse. Non ho capito il messaggio fino a poche ore fa. Tra l’altro poi l’ho trovato nella videoteca sotto casa, ma con le biografie, senza Ghezzi e il documentario trasmesso quella volta dalla Rai, direi che ho motivi per cui riflettere sul libero arbitrio e la libertà, la violenza e quello che ha fatto Kubrick.

“Strano come un’arancia a orologeria”, una storia dolorosa per Burgess, brutalizzata dai censori per la distruzione della lingua inglese e non capita dal pubblico inglese, mentre in America fu un successo. Inizialmente non vide un soldo per i diritti, poi si esaltò per il coinvolgimento di K., per la sua visione del futuro, ed infine, per la sceneggiatura e i credits, le fonti danno versioni diverse sull’eventualità che si sia arrabbiato. Non ne trasse che svantaggi e disonore…

Il regista comunque pagò tanto per poter trattare il film, quindi si impegnò a scrivere lo script, era la prima volta, e limitò le spese successive. Due milioni di dollari dalla Warner (contattò anche la Zoetrope di Coppola), che pensava alla censura, ed una truppa ricavata dall’idea che non poteva, in quegli anni, sembrare più un dinosauro, quindi pensò alla Nouvelle vague, che si ricorda anche per i costi ridotti.

Voleva essere fedele al romanzo, voleva mostrare la giocosità della violenza di Alex, stilizzandola con la musica: comunque tutti ne siamo affascinati, siao gli assassini più privi di scrupoli del pianeta, e no siamo molto diversi dai nostri antenati primitivi, diceva. Per il regista inoltre c’era anche uno studio a più livelli dello stato naturale dell’uomo quando non è temperato dalle regole della società, uno sociologico sull’intervento dello Stato, l’altro, onirico-simbolico: “Non si può paragonare ciò che fa Alex a una qualsiasi realtà quotidiana. Vedere un film è come sognare ad occhi aperti”, “un fattore importante nell’influenzare le nostre sensazioni sul film”, quindi “è per questo che ci sentiamo sollevati quando Alex è “curato” nella scena finale”, colui che rappresentava comunque la “nevrosi generata dal conflitto fra la nostra natura e le restrizioni imposte dalla società”. Per Burgess invece Arancia meccanica parla del pericolo di recuperare i peccatori minandone la capacità di scegliere fra bene e male.

Il regista quindi si studiò la psicologia dello sviluppo, Pavlov e il condizionamento. Si inventò pure un nuovo metodo per trovare le location, vicine a casa comunque (?), con delle riviste di architettura ed archivia tutto. La fotografia non doveva essere più nelle sue grinfie, ma cercò comunque delle innovazioni tecnologiche, come il sistema di microfoni con cui registrava i dialoghi, a presa diretta ma senza giraffa. K. volle subito Malcolm McDowell, perfetto per il ruolo pensava, ma infine molto provato fisicamente; a lui venne l’idea di Singing in the rain nella scena dello stupro, ma questa è stata pensata e ragionata per bene, col tempo necessario. La musica classica venne resa futuribile con dei compositori fuori dagli schemi.

Anche qui K. dirigeva pure la distribuzione. Inizialmente le critiche erano discordanti, poi ci fu la censura e le candidature agli Oscar, infine le condanne, discusse dal regista in persona: “Quando ci si chiede se sia giusto che la violenza sia divertente, è necessario rendersi conto che la gente è abituata al divertimento di certi tipi di violenza. Lo si vede quando l’eroe del western alla fine ammazza tutti i cattivi”, e almeno vinse la battaglia contro Cane di paglia di Peckinpah. Queste parole vanno però contro l’emulazione che provocò, ed il regista decise di ritirare il film in Inghilterra, che non potè essere riprodotto nemmeno in parte.

2001: Odissea nello spazio

Ho preso una piccola pausa da Kubrick, un giorno in cui riflettere e magari anche vederlo, giustamente. Potevo andare avanti così, a leggere anche il romanzo, ma per tutta la durata ho pensato: che figurone farebbe col dvd originale, e non registrato da IRIS, che qualche scrupolo se l’è fatto, l’ultima volta che l’ha mandato??? A parte qualche immagine estemporanea del Mulino bianco tutta la visione è stata un atto di giustizia: da una parte le fondamenta moderne per un genere, dall’altra i minuti finali, che anche questa volta non mi sono goduto, dato che il viaggio me lo sono fatto nelle biografie su Kubrick. Potrei tirarvi fuori anche Ghezzi, ma mi sa che ha speso troppe parole, a tratti incomprensibili per i non eletti. Da lì però posso trarre almeno 2 citazioni del regista:

E’ sotto gli occhi di tutti che tutta la tecnologia umana sia nata dalla scoperta dell’utensile-arma. Non c’è dubbio che ci sia una profonda relazione emozionale fra l’uomo e le sue macchine-armi, che sono i suoi figli. La macchina sta cominciando a imporsi in un modo molto profondo, anche suscitando sentimenti di affetto e di ossessione.

Il nostro amore per gli strumenti e le armi, siano un’automobile o una pistola, è innegabile. C’è un rapporto molto profondo tra noi e loro. C’è un estetica della macchina, come un erotismo della macchina. (…) L’uomo, in un futuro molto tecnologizzato, dovrà giungere a una maggiore disciplina e controllo di sé. Inversamente, la macchina, per comunicare con l’uomo e allargare il suo orizzonte, deve diventare più umana.

Se non pensate che sia stato il film del regista, potete mangiarvi questo primo trivia: Alexander Walker, biografo e confidente di K., lo fa incaxxare per bene quando, nel ’57, gli si accenna all’eventualità di un suo film sullo spazio. Ancora: lui e Arthur C. Clarke pensavano di aver visto un UFO su New York, e ciò poteva interrompere i loro progetti; la vicinissima eventuale scoperta di vita su Marte è anch’essa fonte di demoralizzazione, ma una delle fonti afferma che fosse uno scherzo con le assicurazioni. Era comunque importante per lui, ossessionato in quel momento dal genere fantascienza, quano pensava ad un “buon film” sull’esistenza di extraterrestri intelligenti a contatto con la Terra. Si combinò con Arthur C. Clarke, appassionato anche lui, con molta immaginazione (pur partendo dal rango di scrittore mediocre…l’altra bio), ma anche con basi scientifiche e diffidente verso Hollywood. Vennero presi in considerazione due racconti, Childhood’s end e The sentinel, ma il modus operandi poteva essere quello di un documentario mitologico, con un prologo, una voce narrante, diviso in due parti, “siamo posseduti” e “gli uomini sono dei”, e con un finale drammatico per il pianeta Terra.

K. non voleva un copione, ma con Clarke, soprannominato Ego, si combinò per un romanzo, da far uscire in concomitanza con il film, scritti entrambi quasi a due mani (il regista avrebbe ricevuto una percentuale dei proventi di qualsiasi romanzo-sequel). Lo scrittore faticò non poco col regista, che voleva anche proteggere il film, e alla fine ne venne fuori un compendio a ciò che sembra inspiegabile nel film, mentre K tagliò le spiegazioni di Clarke,. Il regista infatti lo modificò in esperienza visiva e uditiva (in effetti non c’è niente di più disturbante dei primi minuti a schermo nero), e la critica ci andò giù piuttosto dura alla sua uscita proprio per questo. Vennero usate le menti più fervide, una fabbrica d’idee che doveva unirsi al migliore reparto di effetti speciali mai visto (10 consulenti nei credits), con ripensamenti e riutilizzi premiati infine con l’Oscar (per la sola centrifuga si spesero 750.000 dollari); vennero coinvolte la Nasa, la IBM, la Boeing, queste le più famose; finalmente K. si servì di un direttore della fotografia, qualcosa di inconcepibile per lui fino a quel momento. Non si voleva però dare forma agli extraterrestri, a parte il monolito, ed il finale era indefinito; si pensava alla storia di due astronauti e di un computer, a parte le premesse. La Mgm ci mise 6 milioni di dollari (10,5 alla fine), K. si trasferì in Inghilterra, dove si sentiva più libero, ed intanto si vide o fece vedere tutti i film di fantascienza, oltre a leggere tutti i libri stampati fino ad allora.

Gli attori non erano tanto importanti, ma entrambi sognavano o immaginavano di lavorare con lui; i dialoghi erano allo stesso livello, tanto che ne vennero tagliati anche alcuni con HAL che avrebbero chiarito la trama. Musica, musica, musica: si utilizzò per altri scopi quella classica, poi si incaricò un compositore, rovinato pure fisicamente, che alla fine toccò sentire ciò che conosciamo. Comunque K. impegnò gli attori con innumerevoli ciak, nella discussione dei loro personaggi, mentre la crew non lo amava tantissimo, era sotto pressione, pur avendone ispirato i componenti per il futuro (mentre altri volevano scappare dal set), pur impegnandosi personalmente per le riprese più faticose. Anche la scena dell’osso, per Clarke “il più lungo flashforward della storia del cinema: tre milioni di anni”, fu girata personalmente dal regista. K. rimase al montaggio fino all’ultimo momento, anche nel viaggio che l’avrebbe riportato in America, e ciò rivela l’importanza che 2001 aveva per il regista.

Divenne comunque fenomeno culturale e di costume (frainteso dai figli dei fiori, che solevano andare a vederlo “fumati”), rivoluzionò l’approccio verso la fantascienza (Ghezzi lo inserisce qui per esclusione, non per appartenenza stretta, vista l’assenza degli alieni come li conosciamo) e interessò la gente al futuro. Per G. inoltre fece tornare il cinema alle origini, uno spettacolo dei sensi aiutato dall’assenza dei dialoghi.

Il concetto di Dio sta nel cuore di 2001, ma non quello delle immagini tradizionali e antropomorfiche di Dio. Non credo in nessuna delle religioni monoteistiche terrestri, ma son sicuro che si potrebbe costruire un’affascinante e interessante definizione “scientifica” di Dio, se si accetta il fatto che ci sono circa 100 miliardi di stelle nella sola nostra galassia, che ogni stella può essere un Sole che dà vita e che esistono circa 100 miliardi di galassie nel solo universo visibile. Le qualità che potrebbero avere entità extraterrestri sviluppate fino all’incorporeità sono molto simili a quelle che si usa attribuire a Dio. In ciò mi ha affascinato il soggetto.

Terry Southern, con cui aveva collaborato a Dottor Stranamore, scrisse queste parole: “aveva realizzato venti film-Tutti sulle tre cose che nessuno riesce a capire…la morte…l’infinito…l’origine del tempo”.