The abyss

James Cameron ha fatto la storia degli effetti speciali, da Aliens in poi (forse più di George Lucas se nella finale del Torneo degli Oscar è presente con 4 film su 6 candidature), anche se appaiono datati, qui fanno ancora la loro bella figura: l’alieno composto di acqua è impressionante, e fa il paio con il Terminator del secondo film della saga. Ad apparire datato non è neanche l’impianto del film, tanto che posso tranquillamente dimenticare quelli della piattaforma di Armageddon, e i personaggi non sono poi così banali, anzi. Si può poi evitare di parlare della moda e acconciature nel film…L’unica cosa che non va è il finale (sembra che io ricordi solo la parte centrale, e neanche tanto bene), un catastrofismo ingiustificato e una colonna sonora che sembra poi esser stata ripresa in ogni film successivo del regista.

Mars attacks!

Cosa non va in questo film? Niente, assolutamente niente. Cast stellare, almeno per l’anno di uscita, che si sono presi la briga di far uccidere anche prima del secondo tempo: c’è Jack Black magro, e questa è già una notizia, c’è Sarah Jessica Parker con un taglio di capelli assurdo (lo posto su Facebook, perché il tempo a volte non è galantuomo…), ma forse alla moda nel ’96, che con Brosnan viene selezionata dai marziani. C’è Danny De Vito, che fa giusto una specie di comparsata, c’è Natalie Portman, c’è Danny Glover, ma non vi svelo come è messo nel film. E poi c’è il ruolo di una vita di Jack Nicholson (che forse raddoppia, ma non ne sono sicuro, vedo su IMDB…si, ha due parti), quello di presidente degli Stati Uniti: dopo questo penso sia effettivamente andato in pensione. Certo, tutto è molto ironico, non si può prendere sul serio questo film di Tim Burton. Perché tutto è dichiaratamente e sfacciatamente anni ’50, come i computer vintage, o la colonna sonora, o gli stessi marziani. L’unica cosa che sembra essere attuale è “l’apparire”, dai più alti gradi del governo in giù, e qui si ribalta la critica sociale del film, che invece di essere solo ad appanaggio dei recensori, che vedevano solo dei messaggi impliciti nel sottogenere del quale fa omaggio, diventa esplicita e quasi seria.

Se volete passare meno di dure orette di svago intelligente provate questo film.

Guida galattica per autostoppisti

Qua mi si apre un universo parallelo: romanzi, serie, e un intero universo dove regna la fantasia più sfrenata. Le risate che possono provocare un robot intelligente ma maniaco-depresso, dei burocrati immensi, un inglese in vestaglia a caccia di thè, un presidente con due teste e un ingegniere pagato da dei topi, sono dannose, perché adesso mi tocca recuperare tutti i libri (“una trilogia in cinque parti”, diceva l’autore Douglas Adams, morto qualche anno fa). Viene ribaltato tutta la concezione dello spazio, con trovate geniali, frasi e termini prese dal vivere comune che poco hanno da spartire anche con il genere fantascientifico più…fantasioso. E gli effetti speciali? Basterebbe la scena della Terra 2.0 per buttare tutto ciò che combinerà James Cameron per i seguiti di Avatar.

E’ un peccato che sia stato sottovalutato, sicuramente poi è stato un flop. Merita senz’altro un’altra visione almeno, e poi l’avventura sui libri.

La cosa da un altro mondo

Vabbè, ieri ho barato un pò, ma oggi il destino mi ha portato a vedere un film prodotto da Howard Hawks mentre tentavo di registrare I dannati e gli eroi (niente da fare…), dello stesso regista, che qui si ritaglia il ruolo di produttore, ma mi sa tanto che ha fatto di più.

Quando si parla di “Cosa” si pensa a Carpenter, e a ragione, perché a meno che non mi sbagli questo dovrebbe essere l’originale, perché l’ambientazione è la stessa, e il tentativo di massacro c’è, anche se con esiti diversi. Certo, con la mia passione crescente per il cinema precedente agli anni ’60 non posso non notare l’intelligenza della sceneggiatura, e i dialoghi non sono certamente scritti con la mano sinistra, soprattutto nella parte che si può ricondurre alla commedia. Il personaggio dello scienziato a favore del contatto con una forma di vita aliena è lo stesso di molti altri film, ma qui viene trattato con molta sufficienza e ironia.

Ho poi un ricordo non proprio positivo del remake, che in un lontano futuro potrei anche rivedere. Diciamo che preferisco il primo adattamento del racconto di John. W. Campbell, come appena letto su Wikipedia.

La guerra dei mondi

Dopo pochi secondi che ho messo in play il dvd mi sono reso conto che Stephen Hawkins recentemente ha parlato degli extraterrestri (qui l’articolo di Punto informatico): per me con tutto il casino che c’è nell’universo è improbabile che si avvicinino alla forma degli umani, ed è molto lontana la possibilità che si siano evoluti come noi.

Sull’argomento, la vita oltre la Terra, era naturale che nascessero forme diverse di storia, dal racconto, come quello di Wells, al genere cinematografico che molte volte supera i confini del nostro pianeta con effetti speciali ipertecnologici. Wells a dire la verità è stato saccheggiato: prima del film in questione è stato oggetto di una famosissima diretta radio di Orson Welles, ma anche recentemente ne è stato tratto un remake, uno dei pochi ostacoli nella carriera di Spielberg.

C’è da dire che il genere negli anni ’50 è pieno di rimandi alla storia contemporanea, alla guerra fredda, ma in questo caso si supera l’immaginario possibile con una cinepresa con un finale pieno di pathos religioso, roba che adesso neanche i cattolici si permetterebbero di fare. Poi ci sono le sbavature della sceneggiatura (come fa la macchina della polizia a giungere alla sala da ballo, quando poco prima tutto, dico tutto, è stato reso inerte?), e c’è quache spunto involontariamente comico (perché presentare ad un generale l’infermiera-amichetta dello scienziato protagonista? Ho riso come per certi film con Leslie Nielsen). Certo, protofantascienza, ma con effetti speciali che a quei tempi dovevano aver fatto furore.

E anche questo film l’ho visto…