Francis Ford Coppola – Parte I

Ormai è pratica di chi vi scrive tornare sul luogo del delitto per certi film o per registi e attori, quindi capita che io riveda roba che a volte non vedevo da secoli. Tante repliche che non fanno bene al mio archivio del film visti, ma che permettono di salvare roba che altrimenti, con la troppa fretta di liberare dvd-rw o hard disk, non meritava affatto tale destino. Il caso vuole che però abbia rivisto la trilogia del Padrino, e dovreste già sapere che la Parte II è tra i miei film preferiti in assoluto, insieme a Eternal sunshine of the spotless mind e a Casablanca. In sintesi così cerco anche conferme sulla mia Top 200. Caso vuole che il solito scrivere di 5 film questa volta venga sostituito dai voti: c’è infatti un’altro foglione elettronico che ho compilato in questi mesi, in cui ho preso in esame i grandi registi, e c’ho messo delle categorie di voto a volte incomprensibili, a volte discutibili, ma spesso utilissime per motivare il salvataggio dei film, uno su dieci, come spero vi siate accorti. La cinquina dei film quindi si riduce, e per 3/5 scriva per cifre. Qui sotto il risultato di non troppe riflessioni, anche con un voto sintetico ad ogni film (in verde chiaro i film salvati col metodo, in verde oliva quelli già coscienziosamente nella videoteca).

Ho appena dato i voti, e tocca sorprendersi per due cose: il voto identico per le due prime parti de Il padrino, e la caduta nella Top 200, dalla 1a posizione a oltre la 30a. Non aggiungo altro, non scrivo le recensioni sulla trilogia perché non ce n’è bisogno..

Non torno a casa stasera. Coppola era un ribelle, lo si vede nei personaggi che ha scelto in questo film, una donna con dei dubbi sul matrimonio e sul da farsi con un figlio in arrivo, e un bravo rugbysta, potenzialmente un idolo, ma che un incidente fisico riduce a una macchietta. Si rovinano alcuni miti quindi, si viaggia con ulteriori incontri ancora più esplicativi, e non si pensa al resto dei film del regista, che altrimenti ti domandi se i soldi siano sempre stati un problema. Ne aveva da dire, ma l’hanno incastrato col Padrino e durante tutti gli anni ’90.

La conversazione. L’altra volta c’avevo fretta di vederlo, ma non di capirlo, anzi, di capirne trama e personaggi. E’ un abisso di paranoia visto da un solo personaggio, che se fosse uno con un impiego normale verrebbe fuori Nemico pubblico di Tony Scott, ma l’intercettato, o almeno spiato, è uno del settore, uno che quelle cose le fa di mestiere. Appena capisce che ci potrebbe essere un coinvolgimento morale, e che non sono solo nastri, aumentano i problemi, fino alla distruzione dell’appartamento. Ora ho ancora più motivi per conservarlo, e si conferma l’idea che ci vogliono due o tre vite per apprezzare i film.

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