Su Facebook, i blog antichi e il cinema – Invettiva n°2

Aggiormento: a quanto pare l’inventiva, come la chiamo io, che è poi solo una serie di riflessioni, rimarrà solo mia.

Se non trovate la prima invettiva è perché prima devo ricevere il consenso di Dea Silenziosa, commentatrice sconvolta dall’ultimo suo tuffo nella blogosfera, a raggruppare i suoi scritti in un post alternativo al mio. Spero ci sia sempre qualcuno d’accordo nell’affermare che non moriremo di Facebook…

Immaginavo, anzi temevo una cosa del genere: la riscoperta dei blog da parte di coloro che stanno su Facebook. Ci sono pure io lì, per le cose che si allontanano tantissimo dal cinema, per far sapere che ci sono pure io, ma la piattaforma una volta era diversa, era più spartana e forse più sincera, dato che raccoglieva i miei amici. Ora credo di saperne poco, lo uso come 5 anni fa, ho ridefinito la privacy, quasi estrema, ma resta un monster che si ripercuote su tutta la rete. I Mi piace sono ovunque, e, se ho capito bene, permettono a Fb di tracciarti. Ma cosa ti piace? Perché? In che modo? Non c’è tanto altro da dire, a parte quella formula che uso ogni tanto pure io nei commenti. Troppo facile, l’argomentazione è impossibile, e a volte lo si usa con altri fini. Ormai ho imparato ad usarlo come bacheca, magari per restare in contatto, ma è una cosa difficile da classificare, tanto è enorme. Ieri (l’altro) ho scritto della Timeline, ma l’uso del gps? O il taggare? E le app? Direi che dovremo aspettare i mezzi per poterci fare da soli il nostro social network.
Su WordPress.com, Splinder, Altervista, Blogger.com: è una battaglia che riguarda i grandi tenutari della rete, non certo noi, che possiamo usare il meglio di ogni piattaforma, possiamo scegliere, come ho dimostrato in questi anni di blogger. E’ solo un caso che ti arrivi certa gente a commentare, ma ipotizzo, drammaticamente, che ci sia un bel pò di gente che su Internet c’è arrivata con Facebook: lo usa, lo strausa, ne abusa, ma poi si trova davanti al resto di Internet ed ecco che non sa più come muoversi; e se non trova il blu di Fb?
Ho sempre considerato il mio blog di secondo livello, nel senso che chi ci arriva neofita non trova moltissimo. Il difetto/pregio di questo blog è sempre stato l’assenza della trama del film, o, più in generale, ciò che è scontato. Il più delle volte rimando a Film.tv.it, ma non credo basti, perché oltre alla passione e alle idee, per quanto geniali o stupide che siano (ne ho ogni giorno, ne ho sviluppate più o meno un terzo, quasi sempre appena abbozzate), ci vuole tempo, tempo, tempo. Non puoi venirmi a dire che un blogger di cinema debba starsene su questa sedia e non sulla più comoda poltrona, che sia quella di casa o quella del cinema. Io mi debbo nutrire di film, se non ne vedo almeno uno al giorno dico che ho perso la giornata, ma pure devo leggerne altrove, devo sapere cosa dicono di Django Unchained (ho riscoperto Robydicks, che ne ha fatto dei post completi e bellissimi, impossibili però da commentare se non hai il suo retaggio). Non so quante persone possono dire che sono monotematico, perché siamo isole su Internet, abbiamo l’anonimato dietro (diversamente da Facebook: perché devo dare il mio nome e cognome ed in casi estremi devo fotocopiare la mia carta d’identità per riavere accesso al mio profilo?), e possiamo coltivare una passione in modi a volte immorali, se non addirittura poco pratici. Negli ultimi anni ho imparato a darmi dei limiti, a programmare o a dedicare una giornata intera al blog, oppure alcune settimane ad un solo argomento, tipo Clint Eastwood, ma faccio dei tentativi, provo pure a ricordarmi ogni sera di commentare i miei colleghi. E’ che il pc si usa anche per altri scopi, ti rende facile la vita, anche per la spesa quotidiana, ed ecco che cerchi la tua nicchia, è facile coltivarla. Crescendo ti potrai accorgere, inoltre, che non hai tentazioni o pulsioni pedagogiche, vuoi per misantropia, vuoi per disincanto, ed ecco che ti dedichi anima e corpo al blog solo quando non hai altre distrazioni tipo un lavoro. Poi ci sono i periodi: un blog (come Facebook) ha dei periodi di massima attività ed altri in cui hai solo voglia di uscire di casa (o ancora meglio di vedere film). Non siamo ancora diventati un’istituzione, siamo i vecchi, ma non possiamo ancora dirci garanti ad esempio dei contenuti.
Non so se la seguente idea può essere il canto del cigno per i blogger, ma raccogliere le recensioni di coloro che ho frequentato (e magari dando un voto, più o meno articolato, è da decidere, al film) mi pare almeno un atto di presenza notevole, ma ci vuole tempo e qualche conoscenza di costruzione di siti internet.
Ho lasciato i tuoi commenti in evidenza per tutto il giorno, vuoi per trovare una risposta articolata, vuoi affinché qualcuno li legga. Volevo risponderti comunque, solo che sei diventata un fiume in piena. Ora ho commentato da me due volte, ho inviato due mail a due indirizzi diversi e sono entrato pure su Google+. Si stava bene con un indirizzo mail e basta (per la praticità, dovrebbe averlo pure mio padre ultrasettantenne, ma perché averne più di uno? Ci vorrebbe un bel decreto), qualche blogger e l’impossibile onnipresenza ovunque.

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