E pensi: un film di Peckinpah, e ti chiedi se farà parte del lontano ciclo dedicato ai registi; poi vedi che è tratto da Ludlum, ed è cosa buona e bella; vedi i protagonisti, Hauer, Hopper, Hurt, Lancaster e affermi che ormai dovresti cercare più a fondo nelle filmografie dei già conosciuti ma poco frequentati. Parte con una storia di spie, e bisogna fare attenzione nei primi 10 minuti, poi diventa piano piano qualcos’altro, con una tv invadente, fino all’ultimo.
Per il regista era l’ultimo film, naturalmente problematico, ma con trovate e scene dirette benissimo. Ad esempio c’è l’incidente, dopo il rapimento della famiglia del protagonista, che non mi fa più rimpiangere Final destination 2.
Tocca tenerlo…