Grazie Katharine, scusa George.

Chissà se ho visto mai, negli anni passati, un film con Katharine Hepburn. La memoria difetta, ma sicuramente le emozioni che mi ha provocato negli ultimi giorni sono tantissime. Tutto è partito con Il diavolo è femmina, in cui parla anche francese, con i sottotitoli perché non hanno avuto la stessa bella pensata di Febbre di vivere, doppiato con le voci dei Friends: orribile. Nel primo film della maratona era semplicemente bellissima, ma non sono rimasto affascinato solo dal ruolo più misogino degli anni ’30, c’è dell’altro!!! Katharine, finchè ha potuto (quindi anche molto in là con gli anni), ha dato molta fisicità alle sue interpretazioni, e voglio vedere una qualsiasi Vivian Leigh scavalcare una finestra come ha fatto lei. Innamorato quindi, anche perché era una ribelle antelitteram, la perfetta Jo di Piccole donne, che non ho per niente subito, anche se è un film prettamente per donne.

Bellissima, fisica, ribelle. Gli mancava solo un esagerato film sui suoi tempi, fatto di divisioni politiche e militari. La sottana di ferro parla della cortina dello stesso materiale, ed aveva già superato la quarantina. Mi sono però fatto distrarre da Bob Hope, anche se tutte le scene del ristorante russo sono ad alto livello. Non è senz’altro il suo miglior film, un ruolo troppo esagerato, anche se si nota un’altra caratteristica, il femminismo, che si coniuga benissimo al suo essere abbastanza intellettuale da definirsi “atea”, forse alla battaglia per le nascite controllate ripresa da suo padre, alla sua voglia di diffondere la cultura. Ecco quindi Il grano è verde, trascurabile ma pieno di lei, anche se qui supera la mezza età.

Altro ruolo da anzianotta, in cui si dimostra anche volitiva, è quello di Torna El Grinta, con un John Wayne in là con gli anni, quindi nostalgico e col segno dei tempi in tutto ciò che fa. C’è pure un pò di materno in lei, insegnante missionaria e vendicativa.

Il mio andare avanti e indietro negli anni con la sua filmografia è dovuto alla prodigalità dei canali televisivi, che negli ultimi tempi hanno mandato un bel pò di suoi film, ma anche ai diversi periodi della sua vita. Dovevo finire quindi con Sul lago dorato, in cui si fa rubare la scena da Henry Fonda, ma lei si dimostra piena di qualità anche lì, e capisco l’aura che circonda il film, un compendio di come si dovrebbe invecchiare (senza buttarsi dalla barca però). Finisce così il mio post? No, assolutamente, perché ha esordito benissimo in Febbre di vivere con un’altro grande attore della lista, John Barrymore, e non sapevo che strada prendere, abbandonare o proseguire con l’altro immenso, Spencer Tracy? Dopo aver letto la biografia di entrambi mi è toccato quindi aprire una parentesi con La costola di Adamo e La donna del giorno. Siamo negli anni ’40, prima di Audrey Hepburn, prima di quanto immaginavo si potesse andare indietro per ridere con le donne. In entrambi i film con Tracy si esplica tutto il femminismo ante-litteram dell’attrice, dall’avvocatessa che si mette contro suo marito pubbico ministero pur sempre per un vezzo, ma con una requisitoria finale che non si sono sognati finora, e con una donna impegnatissima nel sociale, nel politico, nella guerra ai tedeschi, che raggiunge popolarità e prestigio, ma che prende alla leggera il matrimonio e l’adozione di un figlio. In entrambi i casi Katharine cammina, parla, scrive, affascina, e Spencer sta lì a guardare, ed avrei voluto essere nella sua testa per qualche secondo, come nella scena finale de La donna del giorno, in cui il personaggio femminile cerca di preparare una colazione, da buona moglie, al marito, ma riesce solo a non farmi più rimpiangere tante commedie di adesso, o perlomeno dagli anni ’90 in poi.

Katharine Hepburn quindi era un’attrice eccezionale, che non si può limitare ai 4 Oscar dati e alle 12 nomination, ma ha avuto una importante storia d’amore con Spencer Tracy, atea lei, cattolico lui, che inoltre non ha mai chiesto il divorzio. Prima però c’era quest’uomo:

Che coppia, che menti!!! E se Cate Blanchett ha preso l’Oscar interpretando Katharine ci sarà un motivo…

E ci sarà un motivo pure se George Cukor la chiamava sempre, se con lei ho dovuto scoprire il primo regista escluso dall’aggiornamento della lista di quelli da seguire in futuro. Quindi scusa George. Ma ci sono altri film da vedere con lei, perché una così non può che creare “problemi”, non può che impegnare le menti dei cinefili:

  • Susanna
  • Scandalo a Filadelfia
  • La regina d’Africa
  • Il mago della pioggia

 

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