Boss – Commento alle prime tre puntate

Chissà…Per tutta la durata delle puntate mi sono domandato: e se il finale della prima stagione vedesse la ricandidatura del sindaco protagonista? E se nel finale della seconda, tutta rivolta alle elezioni, si risolvesse nella sua conferma al trono di Chicago? Se fosse banale, la serie andrebbe avanti così, ma l’ovvietà della politica (anche se ne vediamo di tutti i colori, almeno qui), per chi scrive queste serie, è anche guerra, dove tutto è ammesso, anche che una badante si spogli, o che il candidato pupillo si faccia l’assistente, o che la neurologa venga minacciata con le buone. E le incazzature del Boss (mi pare che venga chiamato così solo una volta nelle puntate che ho visto) non sono talmente plateali da sembrare vere? Dove inizia la malattia? Oh, questo non è uno spoiler, si parte da lì, con l’incontro segreto con la dottoressa, e piano piano si scoprono le conseguenze di una malattia inesorabile, cattiva, roba che una mia lettrice magari conosce, ma siamo all’ovvietà delle sceneggiature, dove tutto viene amplificato, esagerato, mortificato ed insieme beatificato. Certo che il contorno non promette affatto bene, con una figlia diseredata, sicuramente reietta dalla madre, uno che si taglia entrambe le orecchie e le porta in dono al boss, ma con una figura di giornalista che fa una sua porca figura, almeno al terzo episodio. Sono titubante: continuare a registrarla?

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