L’albero della vita – The fountain

No, la guida di CineBlaBla a questo film è utile, perché ad una prima occhiata ci si perde, ma uno come me, alcuni anni fa, la prima volta si poteva facilmente distrarre, anche se è un Aronofski, perché c’è la splendida Rachel Weisz, perché quel mescolare dramma, fantasy e filosofia è letale, specie se non c’è il ritmo anche di altre pellicole esemplari del genere. Però…La fotografia è splendida, dai colori dell’albero a quelle improvvise luci dal soffitto, dal legno che circonda il film ai dettagli del viso dei protagonisti. E le creazioni, gli effetti speciali, il lavoro del reparto artistico sono degni di notevole attenzione, anche se non hanno usato la computer graphic. La filosofia che ci sta sotto è un pò confusa, certamente, specie se non si è letto questo post, ma la soluzione è nel finale, quel ciclo della vita tanto decantato anche altrove, quasi acrobatico se volete, quasi enigmatico se si perde il filo: l’albero è importante, forse è lo stesso dal quale è stato ricavato quel composto che salva l’orangotango (il personaggio che rincorre la cura crede addirittura che la morte sia solo una malattia), ma ancora più importante è il libro, che spiega, o meglio, esplica i diversi livelli temporali del film. Che poi, chi l’ha scritto, ovvero il regista, volesse metterci tanta roba è un’altra questione, che può essere colta nei simboli, nelle metafore che contiene The fountain, come il nome del personaggio di Rachel Weisz, Izzi Creo, facilmente intuibile in italiano, ma che in spagnolo diventa addirittura “si, io credo”.

 

 

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