Pietro Germi – Parte II

Un pò dedizione al cinema, un pò distrazione notevole da altri impegni, un pò durata dei film, un pò ciclo ristretto, un pò….Sono pure pronte le classifiche settennali degli attori, che faccio, posto???

Amori di mezzo secolo. Già, dimenticavo che in quegli anni si facevano anche film ad episodi, e pure Germi è stato coinvolto. 15, 20 minuti di film, di racconto, niente di eccezionale, anzi, è quasi una cesura dal resto della filmografia, o almeno da ciò che finora ho visto. Si parla di storia italiana, un amore per decennio, dall’inizio del secolo scorso, e il nostro si prende la briga di parlare della prima guerra mondiale, quella di trincee e minorenni, chiamati alle armi quasi per caso, anche se avevano famiglia. Infatti il regista sceglie di far morire il combattente e insieme di far nascere suo figlio. Magari hanno fatto altre cose del genere, ma io quasi quasi mi affeziono a Germi…

Il ferroviere. Ho detto che salverei molto volentieri In nome della legge, ma anche Il ferroviere non è affatto da buttare. Pietro Germi è anche protagonista, e beve uva, forse troppa, non si sa bene con quali conseguenze sul fisico, ma sul lavoro gli provocano un abbassamento delle mansioni: alcool e lavoro, turni e stanchezza…Non sono temi attuali, anzi, ma è forse la prima volta che vedo il coinvolgimento della bottiglia nella sorte del malcapitato. Poi c’è la famiglia, problematica fin dalla separazione dei coniugi, e il figlio che non lavora, la figlia che si deve sposare, insomma, anche qui un bignamino delle condizioni di vita di quegli anni. Ma la cosa eccezionale è il piccoletto, un attorino che deve aver studiato molto per fare il figlio più piccolo, un impiccione che…Piano piano ci si allontana dal dramma, Germi prende altre strade….

L’uomo di paglia. Si, capisco che i soldi potevano anche mancare, ma a tratti si confonde col Ferroviere, se non fosse per la moglie in vacanza, il marito da solo. Lo stereotipo voleva che si cercasse un’amante, ed eccolo fornito. C’è pure un tentativo di spiegare la fine più drammatica di un amore, ma non si risolve nel migliore dei modi. Germi quasi sentimentale, ma non convince, almeno fin quando non ne vuoi sapere della tipica famiglia italiana anni ’50.

Un maledetto imbroglio. Ecco, Gadda, insieme ad altri centinaia di autori da metà Ottocento in poi, dovrebbe far parte delle mie prossime letture, appena finisco col cinema, la musica e la filosofia, ma si parla di almeno un decennio, visti la mia dilatazione attuale. Gadda è stato ridotto da Germi, ma non ricordo dove, come e perché, so’ anche che la cosa è stata fatta con molta libertà, e che non bisogna infine confrontare il libro col film. Magari potessi ora risentire quel podcast, sono quasi sicuro che era un podcast di Hollywood party, ma il mio attuale obiettivo è una serie infinita di film, un divano come compagno e gli occhi più gonfi del secolo, a forza di attaccamento alla tv…Un giallo, tanto per semplificare, con un Germi abbastanza stressato e commissario di una antica squadra mobile di polizia, che non mi pare dorma mai, quasi fosse uno slogan. I personaggi sono abbastanza ben assortiti, anzi, si tenta una caratterizzazione piuttosto audace, andando lontano da ciò che conosco ad esempio di Agatha Christie. Il ritmo è abbastanza elevato, e ci dev’essere una certa attenzione per i dialoghi, altrimenti devi tornare indietro col rewind, ma, alla fine dei conti, non penso di poterlo conservare, forse per il genere a cui appartiene, forse per altri motivi….mah…magari stasera inizio a dare i voti ai film dei grandi registi….

Pietro Germi – Parte I

Avvicinarsi a lui senza appoggi, senza paracadute, senza biografie da leggere, significa tuffarsi nel cinema italiano di una volta, primi anni del Dopoguerra, forse senza neorealismo….Vado su Wikipedia che è meglio…

Il testimone. Ecco la prima smentita, anche questo fa parte del neorealismo, ed io sono un ignorante, anzi poco storico, ma dovete abituarvi ad uno che ormai vede film per ripiego, quindi con poca voglia di approfondire tutto. In effetti pare di vedersi Ajeje nel condannato, anzi, subito dopo che esce di prigione, ma dovrebbe essere un giallo psicologico, un pò raffazzonato, ma va bene. Non gli darei tanto peso, ma almeno qualche tentativo lo si è fatto, anche se mi sorge il dubbio che Germi abbia veramente scritto pagine gloriose della commedia all’italiana.

In nome della legge. Il dubbio di cui sopra non viene affatto fugato, ma l’immersione nella storia del cinema italiano è senza bombola, a fiato corto, e con una lunga apnea. Germi infatti si faceva aiutare da Monicelli e Fellini ad una sceneggiatura che più lontana dalla commedia non si poteva chiedere. Non si capisce bene se è ambientato prima o dopo il fascismo, ma è la cosa meno importante da chiedersi: da dove diavolo l’hanno tirata fuori la storia? E perché dipingere così bene i personaggi? E la complessità della storia, le tematiche anticipate di decenni, il messaggio finale? Se alla fine delle mie votazioni non salvo proprio questo film sono uno scemo.

Il cammino della speranza. No qui non ci siamo, dico io fin da metà del film. Ajeje è dietro l’angolo, e scusate il mio disimpegno, ma l’unica nota interessante del film è quando lavorano nella fattoria e vengono irretiti dagli scioperanti, anche se mi sarei aspettato un capolavoro se fossero andati più in là con gli insulti. C’era ancora una concezione giusta dell’Italia, e mi chiedo se la storia della Padania non sia la sola sòla che ci hanno propinato in questi decenni, visto che neanche in Il brigante di Tacca di Lupo, ambientato molti decenni prima, si è mai sentita la parola “terrone”. Pare tutto romanzato, ma Germi è bravo, almeno nelle intenzioni di non farne un drammone. Era neorealismo, era prenderla larga, era partire dalla Sicilia, non da Milano o Roma.

La città si difende. Lollo da bella e giovane? Non ci sono abituato. Di che scrivere altrimenti, visto che adoro Rapina a mano armata? Di un tentativo di noir italiano per niente andato a male? C’è quel finale da mammoni, ma leviamolo pure e pensiamo al destino di ogni rapinatore, alle motivazioni e alle conseguenze che quel fatto ha per ognuno di loro.

Il brigante di Tacca di Lupo. Non è che Amedeo Nazzari mi stia sul caxxo, sono curioso di vedere perché mia madre lo amasse in quegli anni, ma pare tutto lento, senza tanto mordente, se non quello della Storia Italiana fatta di leva e briganti, e con qualche ritorno dove i borboni non ne volevano sapere. Già dai titoli di testa ti vien voglia di ripassare il libro di storia, meglio che guardarsi sta roba, “western italiano” addirittura????

Michael Mann – Parte II

Ho un blog? Me lo sono domandato in questi tumultuosi giorni di una primavera nemmeno annunciata: io, astrologicamente, sarei abituato alle novità di aprile, ma i vari sconvolgimenti personali sono avvenuti proprio adesso, e mi ci vuole una settimana di relax assoluto per riprendermi, ergo maratone filmiche. Ah, ho finito le classifiche settennali degli attori, ma Google non accetta una tale mole di dati, mentre dal punto di vista dei risultati c’avrei qualche incertezza (Terrence Hill ai primi posti negli ultimi anni, tutto per il voto unico di Filmtv…); sui Cast perfetti poca roba, ma i dati sono lì, e prima o poi li posterò.

Insider. Dietro la verità. Ah beh, anche questo fa parte della mia storia, anche questo è stato visto da Gegio all’inizio delle sue avventure nei blog. Sono successe due cosette nel frattempo: una capacità di concentrazione più elevata e, cosa importante non solo per il film, ho smesso di fumare. Già, perché scoprire l’uso dell’ammoniaca o del Coumarin mi motiva ancora di più, mentre la trama pare meno fumosa delle altre volte che l’ho visto. Al Pacino pare sempre lui, anzi, qua pare abbia raggiunto l’apice della sua filmografia recente, anche se gli riservano personaggi trasandati e comunque impegnati. Russell Crowe doveva forse ancora fare Il gladiatore, e qui appare mimetizzato tra chili di troppo e parrucco biondo. Michael Mann ci mette una fotografia, l’uso della cinepresa (o videocamera?), i silenzi, i primi piani, insomma, mette la sua impronta in un film che denuncia i tabaccari.

Alì. Negli ultimi giorni mi sono accorto che Will Smith fa praticamente solo un film all’anno, niente di più, niente di meno. Un pò particolare come attore mainstream, visto che quasi tutti quelli analizzati per le classifiche settennali hanno avuto almeno un’annata da 4 film. Lui no, quasi sempre protagonista, ma qui si impegna un pò di più, ingrassa, anzi mette su massa magra, e si immerge nella biografia di uno che ha almeno attraversato la storia americana, se non una leggenda della boxe. Meritava l’Oscar? Forse, ma poi si và nello stereotipo del biopic drammatico, quindi lo si esclude, anche perché tutti gli altri attori sembrano a suo servizio paga, nascosti sotto parrucchini o senza capelli. Che poi, bisognerebbe analizzare il rapporto che c’ha Mann coi capelli dei protagonisti…Il regista ci fa la sua figura comunque, allontanandosi un pò dai suoi clichè, o almeno dai soliti drammi o polar che potevano imbrigliarlo a dovere…no, ma forse è successo proprio questo….Il regista concede tutto alla biografia di Alì, e se non fosse per i credits non sapresti mai che alla regia c’era quello di Heat – La sfida.

Collateral. L’ho già scritto, Mann si potrebbe far impigliare dal genere Crime, e qui fa il suo compitino, ma spero sia almeno roba sua, che abbia diretto qualcosa scritto da lui. Insomma, se Brian De Palma c’ha quella del thriller, lui c’ha quella dei nemici pubblici, dei gangster e delle armi. Non ho mai apprezzato a dovere Collateral, forse per Tom Cruise o per il suo personaggio (notare il parrucco, l’abito e il suo nome, Vincent, che torna torna torna….), forse per il suo filosofeggiare, ma c’è una cosa ottima da notare, ovvero l’uso della videocamera. A dire il vero, anzi devo ammettere che ad accorgermi del suo uso c’ho messo un bel pò, e neanche per film interi, ma per delle scene particolari: ah bello, hanno usato il digitale per l’inseguimento nei boschi di Public Enemies…Ogni tanto sprofondo nella vergogna, magari ne farò un post…La fotografia vien da sè? Mh, non credo….

Miami Vice. Ecco, questo sarebbe il punto di non ritorno, se permettete. Tornare a quei due, proseguendo nel genere, è un pò una mezza sconfitta di Michael Mann. Questi i rumors antecedenti alla visione, ma c’è qualcos’altro? Si. L’ascesa verso il delinquente di tutti i delinquenti, ad esempio, qualche inghippo femminile (ma preferisco la ragazza di Rico), la copertura, e chi ha tradito chi…Tutto in notturna o quasi. Anche qui, grazie al cielo, sono riuscito a concentrarmi facilmente, e sono andato al di là dei costumi e delle due o tre parrucche messe insieme per Colin Farrell, e c’ho visto una riedizione del telefilm che non ho mai visto, quindi osannato, ma pare tutto monco. Potrei sinceramente aspettarmi un’altro film con gli stessi personaggi, ma saprò sempre che Michael Mann ha dato il suo meglio una decina di anni prima.

Le classifiche settennali degli attori…Work in progress

Si, ci sto lavorando, nei ritagli di tempo, anche se penso di dedicar loro l’intera prossima domenica…

L’antefatto. Mesi fa, in una calda giornata di agosto, stavo facendo una lettura intensiva di Filmtv, la rivista, e, proprio nel mentre copiavo le filmografie degli attori selezionati dalla Top 2583, quelli più presenti, leggendo di un attrice alla quale era stata dedicata una monografia, dove c’era scritto che era una delle migliori degli scorsi 5 anni, mi è venuta in testa un’idea: e se calcolassimo la media di voto di sette anni di carriera? Quali classifiche possono venir fuori?? Il voto è quello ottenuto dalla media di Filmtv, IMDB, Mereghetti, Morandini, ma facendo ancora una loro media di sette anni, comprendendo in essa anche gli anni in cui non hanno recitato?

Primo svolgimento. Rispondo così a Anna Nihil, che si chiedeva stamattina come mai spunta sempre fuori Coppola nelle classifiche decennali dei registi: è tra i grandi, e lo si vede benissimo nella tabella delle classifiche settennali dei registi, ma il limite, spero temporaneo, dell’elenco dei registi è che è preso anch’esso dalla Top 2583, quindi senza nemmeno un aggiornamento ai recenti exploit, o perlomeno a chi ha vinto almeno un Oscar. Cercherò di rimediare anche con i nomi usciti dal Torneo.

Secondo svolgimento. Nelle settimane scorse, anzi, a partire da San Silvestro e Capodanno, ho cercato di fare la stessa cosa per gli attori, e sono venute fuori altre idee: prendere come buono il voto del Pubblico di Morandini, quindi con un’ulteriore classifica delle vere “star”, quelle più amati dal comune mortale; prendere gli attori migliori e cercare i film che li hanno coinvolti insieme, quindi gli altrettanto fantomatici Cast perfetti (e col lavoro sui registi si aggiungerebbe una informazione ancora più goduriosa); cercare le date di nascita e di morte, e calcolare qual’è l’età migliore, o, con i dati di IMDB sui titoli di testa, trovare una curva dei ruoli, da comparsa a secondario a co-protagonista a protagonista e ritorno, fino ai camei; quanto influisce un Oscar nella carriera, in voti e pubblico? Esiste una curva di amore per attori e registi, da parte di critici e pubblico, in oltre un secolo di cinema??? I dati si potrebbero comunque combinare in altre maniere, basta un pò di fantasia..Senza però organizzare al meglio un foglio elettronico però, senza dargli un formato unico, delle colonne univoche e distinguibili, delle formule certe, scatta subito l’imprecisione, ed ecco che si butta l’intero lavoro di settimane. Il dubbio è nato quando ho visto Franco Fabrizi tra i migliori attori degli anni ’80, ed ecco che con abnormale serenità ho cancellato tutto, tranne i dati iniziali sugli attori. Mi è rimasto un dolore alla cervicale che non potete immaginare…

Il work in progress cercherò di farvelo vedere in diretta, con il Gdocs a questo indirizzo e con l’embed qui sotto, che aggiornerò ogni fine giornata, nella sua bellezza e incompletezza….Alla fine, del resto, è solo una lunga linea temporale, dal 1912 al 2015, nient’altro…

Michael Mann – Parte I

Ah veh, è un bel ritorno a dei film che avevo già visto diversi anni fa, ma che hanno una divisione che supera la cinquina di ogni post. Non ho voglia di approfondire, ma almeno ho saputo che Mann è uno che fa polar, ed è una buona informazione, se negli anni ho scoperto questa vena del Crime e che ho visto grandi cose, ad esempio Braquo.

Strade violente. O Thief, per chi va’ in cerca del titolo originale. L’avevo visto non troppo tempo fa, ma non ne rimasi affascinato. Mi sa tanto che Mann si diverte a inventarsi le rapine, e lasci i tuoi dubbi di spettatore dietro l’angolo. Qui però, rispetto agli altri due o tre del genere, non vince nessuno, nè polizia, nè delinquenti….Anzi, sono solo loro i protagonisti, pochi difensori della legge, se non corrotti. James Caan è l’assoluto protagonista, e devo dire che in quegli anni aveva un suo perché: pensate a Killer elite di Peckinpah. Come dicevo sopra il finale non è esaltante, anzi, a parte la distruzione del proprio patrimonio, il ladro fa di tutto per buttare alle ortiche la sua vita familiare, e pare un leit motiv di due o tre film.

La fortezza. Chissà se l’ha visto Babol…Io glielo consiglierei, perché un fantasy/horror lo si affida comunque, e se ci sono i nazisti a morire è un bel vedere. Siamo in un paesino sperduto della Romania nel ’41, e c’è una fortezza che non dovrebbe proteggere, ma contenere qualcosa. Iniziano a scomparire ossa, soldati, nazisti, SS, compare uno con gli occhi di luce, Ian McKellen da (relativamente) giovane….Non è malaccio, ho visto di peggio, ha idee, fotografia, effetti speciali dalla sua, anzi, un bell’impianto che mescola due o tre cose che altrimenti. E’ la solita incursione nel genere degli anni ’80 oppure una clausola del contratto del regista con le major??? Vedremo al momento di dare i voti ai film, a questo indirizzo potreste vedere quelli che ho dato un anno fa.

Manhunter – Frammenti di un omicidio. Ecco, altro film con un certo senso, anzi, una certa logica, dall’ultima volta che l’ho visto. E’ la prima apparizione di Lector (sì, proprio così si chiama), già in prigione, quindi anticipato solo dalla serie Hannibal negli avvenimenti. C’è Will Graham, meno empatico e più incazzato del suo futuro remake. C’è un indagine che comunque, anche se la sai a memoria, è affascinante, anche se anticipi tutto di parecchi minuti. Ti rimane l’amaro in bocca per quella certa piccola stupidità del non aver indagato subito sullo studio fotografico, ma tutto procede troppo bene, con una sceneggiatura che non pensi affatto degli anni ’80, ma dobbiam considerare che Michael Mann era già dentro Miami Vice, il telefilm, e forse dovrei guardarne almeno qualche puntata, si potrebbe rivelare una delle migliori serie del fantomatico decennio.

Sei solo, agente Vincent. Ma che roba è mai questa, trasmessa non troppo tempo fa su Iris in notturna??? Perché non ne ho mai sentito parlare? Perché so’ che prima di Heat – La sfida c’è L’ultimo dei mohicani e poi The insider??? Perché questi 93 minuti di film per la tv sono un assaggio del filmone con De Niro e Pacino, con scene rifatte, riprese o ripensate, ampliate, etc, etc. Attori da serie tv quindi, nessun nome famoso, anzi, l’unica cosa per cui hanno speso è una cover di Billy Idol, forse dei Dorrs, altrimenti ti chiedi perché quel tir nella seconda scena, perché quel furgone portavalori, e dove l’hai già visto, e perché….Una specie di bignami su come un bravo regista, produttore e sceneggiatore possa ottenere il meglio con veri soldi, con l’appoggio delle major.

Heat – La sfida. Anche qui, visto, rivisto e stravisto dal sottoscritto, ma con un’altra prospettiva, o almeno altri 2000 film visti. Era il 42° film visto per il blog, il lontano 21 ottobre 2007, e un pò mi mancava. Pacino e De Niro hanno preso un’altra strada da allora, hanno sparato qualche colpo, ma poi…Chissà se con la storia dei Cast perfetti vengono fuori…Cosa dire del polar americano per eccellenza di due decenni fa? Basta parlare della fotografia di Spinotti? Della colonna sonora? Delle scenografie, dei costumi? Di una serie di personaggi secondari che meriterebbero una serie tv, o delle donne dei protagonisti, una serie di bellezze completamente diverse ma che ti fanno distrarre notevolmente (Ashley Judd, Amy Brenneman, Diane Vedora, e l’ancora giovanissima Natalie Portman). Vogliamo parlare della trama, che ha tutto da vendere a tanti Crime??? Io me lo conservo naturalmente, anzi, è già nella mia videoteca da tempo, ma sono curioso sul come si comporta a voti…