Essi vivono

Vabbè, questo l’avevo dimenticato, perché doveva entrare nel ciclo fantascienza forse, ma c’è anche qualcosa di horror. Un cult subitaneo, ma non per il protagonista, il solito uomo venuto dal nulla, che però assomiglia tanto a Chuck Norris, almeno per le camicie in flanella. Lasciamo stare pure la scazzottata infinita nella parte centrale del film, forse figlia del passato di Roddy Piper, che, chissà come mai, sapevo faceva il wrestler.

C’è tanto di politico in questo film di Carpenter, tanta polemica che riflette i nostri tempi, almeno qui in Italia.

Dateci degli occhiali, per favore, che ci facciano vedere in bianco e nero, ma che non nascondano la verità.

Videodrome

Uno dei soliti miei film mitologici. Ho aspettato diversi lustri prima di vederlo la prima volta, ma era dall’adolescenza che ero attirato da questo film di Cronenberg. Credo che al momento dell’uscita fosse vietato ai minori, ma non ne sono sicuro. La televisione allora era potentissima, ed io ci sguazzavo dentro peggio che adesso: le prime tv commerciali, i cartoni animati, qualche quiz…ero anch’io schiavo, quindi farmi vedere un film del genere avrebbe provocato un trauma non certo sanabile in poco tempo. Quindi è stata una fortuna averlo visto più tardi, forse troppo distrattamente però.

Il ritmo c’è, gli effetti speciali ci sono, la continua trasformazione di oggetti in carne di Cronenberg poi mi aveva già colpito con Il pasto nudo (confermata con Existenz), ma la trama è un pò difficile da seguire, tra allucinazioni nelle allucinazioni e qualche inserimento possibile di mondo reale. E’ tutto un sogno, di quelli che però qualcuno associava alla perdita della ragione, di quelli che solo la tv provoca. Dirompente, certo, anche per il gadget adottato, ancora all’avanguardia, il videoregistratore (si parla di diversi formati video), ma soprattutto per come viene descritta la tv.

Ho scritto altrove che nel marasma di sequel, reboot e remake c’è spazio anche per Videodrome, e non mi sbagliavo se a questa scheda di IMDB non è associato solo lo stesso titolo del film di Cronenberg.

Specie mortale

Anni fa, molti anni fa, avrei gridato al capolavoro: action, horror, fantascienza, tutto mescolato in un film che finora non è che io abbia evitato, ma ogni volta tentare di registrarlo era un terno al lotto. La protagonista è bellissima, gli effetti speciali sono buoni, ma, il solito ma di Gegio, che non riesce questa volta a sopportare “l’empatico”, il personaggio di Forrest Whitaker, uno che nei gialli o in Scream avrebbe fatto una brutta fine, prima dei titoli di testa. Poi c’è qualcosa di non spiegato: perché non approfondire il rapporto tra l’extraterrestre e il capo della ricerca? Buchi come questi sono ciò che ormai odio del cinema anni ’90. Ormai l’ho visto, ma è l’ultima volta.

Grindhouse – A prova di morte

Tarantino ama le donne, questo è incontrovertibile, ma qui, nel finale, si va oltre il femminismo. Non è solo una lotta tra stunt (men e women, una delle quali fa lo fa veramente, e recita col suo nome), non è solo inseguimenti, scene sexy, dialoghi pieni del solito fancazzismo, dalla parte delle donne però, tutto visto con gli occhi del non più gentil sesso. Poi, c’è la solita grande colonna sonora…Un progetto sottovalutato, anche da me. Non ero tanto convinto nel registrarlo qualche tempo fa, ma memore di Bastardi senza gloria, ho perdonato molto della filmografia di Quentin. Non è un Pulp fiction, non è un Jackie Brown, ma questo film ha lo stesso le palle!!!!

Halloween – La resurrezione

C’è un diritto sancito da Daniel Pennac, quello di interrompere la lettura di un libro, regola che dovrebbe valere anche per un film. Già il titolo doveva farmi dubitare: quando si parla di resurrezione per un personaggio come Mike Myers vuol dire che si è a corto di idee. Poi c’è la famosa trilogia di Scream, che all’epoca aveva riscritto il genere, ridisegnato i personaggi, i modi con cui si viene uccisi, la suspense.

Dopo un bel incipit, che dovrebbe riprendere la mitologia della saga, a questo punto più longeva di tutte, con la sorella del serial killer rinchiusa in manicomio che aspetta il fratellone. Ci siamo, dico io, non ho fatto male a saltare una ventina di film. E invece si manda tutto a puttane, con il divismo, con il gadgetone del millennio, con i soliti protagonisti studenti all’università. Mi sono fermato alla spiegazione dell’uso del marchingegno figlio di internet, ossia la webcam, ma l’unico mistero che rimarrà è sulle modalità con cui muoiono le vittime: chi sarà il primo, il produttore dello show oppure l’odiosa rossa? O Tyra Banks???

Ieri ho interrotto la visione di Amytiville possession, e questo dovrebbe dimostrare che il genere non è tra i miei preferiti, almeno quando si tenta a tutti i costi di proseguire vicende che muoiono di consunzione, di boxoffice, di produzione ostinata. No, non ci siamo…

Halloween – The beginning

Un personaggio così merita una resurrezione, per motivi che vanno oltre il boxoffice. I primi lunghi minuti, in cui c’è una “normale” famiglia incasinata, con il maschietto che ha problemi a scuola, non presagiscono niente di cattivo. Poi l’abisso, e la fuga: 15 anni rinchiuso in una struttura psichiatrica, senza neanche una parola, con la fissa per le maschere ed evidenti problemi di gigantismo. Ti credo che poi parlano di resurrezione…

Avevo già visto due film della saga di Mike Myers, e non lo ricordavo. Certo è difficilissimo stargli dietro, visto che c’è anche il seguito del remake (come si è spinta avanti Hollywood…), anche questo in mano a Rob Zombie. Ormai sono pochi i film che mi spaventano, questo supera di poco la media, ma non ho avuto paura.

The fog – Nebbia assassina (2005)

Mi sono perso il finale, distratto da altro. Non mi sono perso granché, mi sa tanto. Se l’incipit dell’originale è tutto da ricordare, qui si aggiorna tutto, e si parte con una coppia bianco-nero che cercano di fare i simpatici. Il secondo poi non rinuncia alla battuta finale, cosa odiosa perché Scream è passato da molto (anche se non ricordo lì ci fosse un afroamericano). Tutto il resto è una rielaborazione del film di Carpenter, qui anche produttore esecutivo: ci sono scene quasi identiche, ma si prende la solita roba di un horror anni 2000, con annesso un antefatto distante negli anni. Che ci faceva Selma Blair nel film? Già il ruolo della speaker radio non l’ho tanto capito, ma poi come arriva alla lucidità di dover salvare suo figlio dalla nebbia? Come fa a sapere tutto? E gli altri personaggi secondari, tipo il cercatore di metalli, o il prete, o il bibliotecario, aggiunti e forse anche qui tagliati in fase di montaggio?

Dimentichiamolo…