Boardwalk empire

Sono sempre stato abituato bene quando si parla di gangster: Il Padrino, Quei bravi ragazzi, Casinò. Questi ultimi poi sono stati diretti da Martin Scorsese, che si è scomodato come regista del primo episodio e pure come produttore esecutivo. Quindi era naturale registrare la serie. Nel pilot non riuscivo a seguire le diverse vicende, ma una ripassata permette ancora meglio di capire che il proibizionismo è stato una cavolata. Chissà chi ha ispirato il legislatore? E se venissero messe al bando le sigarette, ad esempio? Comunque…Il pilot inizia dove C’era una volta in America finisce, con l’inizio del divieto di vendita e consumo di alcool, tavolo da sbancare per i criminali che si fanno distillare e imbottigliare ciò che dovrebbe essere whiskey. Ma questo non è tutto: Atlantic city viene descritta come corrotta, fin dal tesoriere e lo sceriffo, fratelli per giunta, e ci sono il gioco, le donnine e chissà cos’altro; Lucky Luciano si arricchiva, Al Capone cresceva e la mafia aveva già le sue grane interne. Poi c’è il personaggio di Michael Pitt, un reduce che voleva studiare da presidente, ma che si ritrova a commettere delitti e crimini, con una famiglia neanche sul groppone. E Steve Buscemi? Non so se sia del tutto cattivo, magari è anche il padre di Jimmy, chi lo sa. Le donne poi sembrano avere un ruolo importante: perché soffermarsi altrimenti sulla madre vedova? Che ruolo avrà in futuro? Si metterà con Nucky? E la sua donna da letto? E la moglie di Jimmy? Quanto peso, quanto spazio a loro dedicato, mentre alcuni dei mafiosi americani più conosciuti sembrano personaggi di contorno.

 

Life on Mars USA

Ero molto titubante: guardare i primi episodi dopo quelli inglesi o saltare questi ultimi? Infondo la serie originale non sono mai riuscito a registrarla per bene, una puntata dopo l’altra, e forse ho già tentato due volte di guardarla, non poco convinto, ma sempre con l’ansia che l’avrei persa. Invece Sky permette di godersele appieno, una puntata dopo l’altra, una registrazione di seguito, una al giorno. Life on Mars Usa sa un pò di americanata all’inizio, con l’agente protagonista che prima sembra uscito da un film d’azione, poi, nel 1973, diventa un emulo di CSI (ma forse tutti i normali poliziotti americani lavorano così), e viene preso enormemente per il culo dai colleghi coi baffoni, le basettone, le camicie, le cravatte e gli abbinamenti più strani. C’è cameratismo, ma anche vita da poliziotto nel telefilm, con le beghe interne. Splendido a questo punto il capo della squadra, un Harvey Keitel che non avevo mai visto così poco serio. Perché ad un certo punto nella seconda puntata si prendono a pugni, e vederselo così, con le camicie, le cravatte più belle del telefilm (peccato per i mocassini bianchi), dopo una lunga frequentazione del miglior cinema, quasi fosse in vacanza, è salutare. Poi c’è la trama: come spero ricordiate dopo un incipit nel presente il protagonista si trova nel ’73, e l’ambientazione è faticosa, a dir poco, con i colleghi maschi che lo prendono poco meno che simpaticamente per matto e una di loro che  invece sembra la sua guida spirituale, una che non sembra averle viste tutte, ma che gli crede lo stesso. Bella la scena della lavagna, in cui scrive tutte le ipotesi che lo hanno portato lì, ma è carina anche quella della hippy, in cui gli consiglia di vivere il presente. Ho trovato poco chiari i flashback, capisco la comunicazione col 2008, ma non ho ancora idea di come spiegheranno “l’ambientazione vintage”…

Promossa a rimanere nell’hard disk.

Blood ties

Mi sa tanto di Streghe questa serie…La protagonista è più tosta, certamente, ma i belloni di turno non mancano. Inoltre, pur apprezzando il fatto che il vampiro ha, della mitologia, solo quella di dover dormire di notte, non riesco a capire perché nelle lotte corpo a corpo i protagonisti non riescono a farcela. Certo, dedico alle serie solo il tempo di 3 puntate, ma in ognuna di esse anche il succhiasangue perde facilmente fiato. L’unica cosa un pochino interessante, per ora, ma non voglio aspettare smentite, sono i tatuaggi che si trova la biondona. Peraltro nei telefilm non avevo mai sentito parlare di una malattia così particolare, la retinite pigmentosa. Anche qui c’è un pò di coraggio, ma non voglio scoprire come si inserisce nella trama, quindi, visto che non è il mio genere, la boccio.

Qui il commento al pilot.

Da cancellare.

 

Diario di una squillo perbene

Billie Piper. Una ragazza qualsiasi in Doctor Who, e all’improvviso, o forse insieme a lui, in questo telefilm frequentava dei clienti. Mi piaceva tantissimo quella ragazza che si è ingollata il tempo e lo spazio, aveva una bellezza particolare, e il suo sorriso mi rendeva moderatamente felice. Quindi, vedermela che interpreta una escort è stato quasi traumatico, ma parla alla cinepresa, ha una certa dose di ironia, e tanta classe. E non si sa mai in che situazioni può imbarcarsi una così, che persone incontra, come riesce a coprire una vita dall’altra. Mi sa che è tratto da un libro autobiografico, se Belle de Jour, l’autrice, è solo uno pseudonimo che rimanda a Bunuel, se hanno tratto le avventure dalla vita di una vera squillo.

Curioso come telefilm, ma non merita di essere conservato.

Torchwood

Lo spinoff di Doctor Who non pare interessante come avevo prospettato: sono solo i primi episodi, e non si vede ancora la forza di Jack l’immortale; sono ancora storielle quelle viste nei primi 3 episodi, anche se, sapendo che è legato al Dottore, immagino tutto debba condurre ad una certa meta, anche gli episodi che ho visto, specie per il manufatto che permette di vedere passato e futuro. Inoltre tutto sembra ancora incentrato su Gwen, persona e meccanismo con cui scopriamo Torchwood, la struttura più che parallela, più che segreta, con cui si combattono alieni in cerca di orgasmi, individui che si sono visti futuro e passato, e chissà cos’altro. Troppi dilemmi morali per ora, poco sesso e tanta lentezza. Voglio vedere il ventunesimo secolo!!!!

Da conservare comunque.

Odyssey 5

Altro telefilm del quale ho commentato il pilot. Non so come, non so perché, ma la distanza tra serie attuali e serie che risentono del tempo, in cui tutto sembra già vecchio, anche dopo pochi anni, si colma rapidamente. Oppure Odyssey 5 è una serie di medio livello, quindi con pochi soldi e mezzi a disposizione? Lo spunto di partenza è molto importante, ma dalla fine del primo episodio sembra si sia tornati ai vecchi tempi di X-files: dopo aver visto la Terra esplodere i nostri, aiutati da un personaggio che spero di ritrovare, tornano indietro nel tempo, di cinque anni, per impedire la catastrofe; oltre a indagare, guardano scorrere il tempo, rivedono persone, cose ed eventi che hanno già vissuto. Per tutta la durata delle puntate successive alla prima mi sono chiesto, per il principio fondante dei viaggi nel tempo, espresso ai massimi livelli in Ritorno al futuro, se un evento insignificante come la reunion dei cinque in un ristorante può avere effetti in altri ambiti? Ossia, si può osare il disegno di un’altra linea temporale? Questo aspetto interessante e portante non sembra venir approfondito.

Resta nell’hard disk, ma con riserva.

Kitchen confidential

Inizia un’altra delle mie settimane, limite temporale di molte delle mie trovate. Questa volta tocca ai telefilm: mi papperò quasi tutte le prime puntate delle serie registrate da Sky in questi mesi (quelle già viste sono in questa serie di post). Andrò in ordine cronologico di uscita in tv.

Non ne so tanto di ristoranti, il massimo che posso pretendere è che abbia nell’insegna anche la parola pizzeria. Me la cavicchio in cucina, ho preparato qualcosina, ma se già mi chiedete un filetto son dolori. La serie è ambientata in cucina, come si evince dal titolo, ma anche nella sala, e nella vita del protagonista, un Bradley Cooper simpaticone, ex-alcolista, donnaiolo, ma anche responsabile, sfrattato, con dei colleghi che te li raccomando. Il più simpatico è quello che fa baratto di due bistecche, fino ad arrivare, con una catena, a dei funghi mai sentiti in vita mia, introvabili, ma anche confusi con quelli allucinogeni. Questo personaggio poi fa pagare chi si dà a laute cene e fugge, ma c’è anche il novellino da sfruttare, la caposala piuttosto rompiballe, la hostess buona, gentile e un pò stupida, ma tanto dolce, il proprietario, di origini siciliane, quindi via alla citazione da Il padrino, e tante, tante donne bellissime. Personaggi certo, ma…

Non potevano superare il primo episodio, non era possibile, ma le idee sono rimaste. Dopo la trovata del dito perso dal cuoco e ritrovato nel piatto di una critica gastronomica, cosa si potevano inventare? Non ricordo la seconda puntata, ma la terza è quella del maestro di Jack, un ex cuoco che vuole morire mangiando le cose più buone, preparate dall’allievo migliore.

Serie promossa alla conservazione nell’hard disk.