I migliori attori per genere – Comico

Altra parentesi: per il genere Catastrofico, solo William Holden e Paul Newman hanno due film all’attivo.

Voi pensate a Charles Chaplin? Sbagliate il capolista…

  1. Buster Keaton
  2. Harpo Marx
  3. Groucho Marx
  4. Charles Chaplin
  5. Chico Marx
  6. Stan Laurel
  7. Oliver Hardy
  8. Totò
  9. Ugo Tognazzi

Si, proprio lui. Ed in questo preciso momento sto pensando ad una serie di post sui migliori attori italiani, dagli anni ’30 ad adesso.

 

 

Una giornata con Totò

Aggiornati entrambi i file, i film da vedere e quelli già visti. Le commedie, nel secondo, sono in ordine cronologico di uscita.

Io con Totò non ho avuto un granché di rapporto. Anni fa c’era Blob forse, o le teche della Rai, comunque quei ricordi che la tv propone soprattutto d’estate. Sapete, le facce, le mosse, le battute, i dialoghi, sono i soliti, ma mi manca qualcosa…

Totò era quello citato da Frankie Hi-Nrg, in non ricordo assolutamente quale canzone dimenticata, ma cercata con ostinazione su Google…Subito dopo Totò era quello delle videocassette che un amico voleva comprare, tutta la filmografia…

Due anni fa, in un periodo piuttosto buio, mi sono dato al dittico Totò, Peppino e la dolce vita e Totò, Peppino e la malafemmena. Il secondo non può che riassumersi in due scene:

Ritenevo il Principe troppo popolare, eppure di cose intelligenti ne diceva, magari dietro ad una battuta, o forse con scopi altri. E mi manca quello di Vota Antonio, pensate voi, fondamentale direi, ma che stranamente non ho mai visto…

La giornata è partita con Fifa e arena. I soliti equivoci estremizzati, fino a far arrivare il protagonista in Spagna, facendolo sembrare addirittura un serial killer. Naturalmente ha qualche relazione con Sangue e arena, ma non posso dire quali.

Destinazione Piovarolo si può ricordare ben volentieri per l’arrivo dei politici nel paesotto, perché far dire al garibaldino che l’Italia da fare era socialista o popolare è un colpo di genio. Passa anche il fascismo (chissà perché non hanno mai citato la frase, famosissima, dei treni che arrivavano in orario, quando c’era lui), arriva la democrazia, nuovi personaggi istituzionali, ma il nostro rimane là. Il migliore fino a quel momento.

Siamo uomini o caporali? Un fondamentale, almeno per queste parole:

Totò si prende la briga di sceneggiare il film, e lo si vede con l’inserimento del personaggio in un lager, cosa drammatica per un comico, ma non era solo quello dal collo mobilissimo, e si vede che Benigni ha citato lui ne La vita è bella. Poi tutto si ambienta nella rivista, ma rimane comunque coraggioso, politico. E siamo al ’55.

La banda degli onesti è uno della coppia Totò-De Filippo, ma ci sono cose di cui ho nostalgia. Fa parte della commedia all’italiana? Il finale è incoraggiantissimo, in questi frangenti.

Signori si nasce è una farsa, lo si specifica all’inizio, quindi Totò fa lo smargiasso con la r moscia, barone e indebitato, ma il peggio arriva quando viene coinvolto il fratello, De Filippo, e nascono degli equivoci sempre più complicati e impossibili, bellissimi e irrisolvibili, fino al finale scoppiettante, in cui perdi facilmente il filo della trama.

La guerra lampo dei fratelli Marx

…e la registrazione stava per finire, e ti chiedi come può finire la guerra…come solo i Marx (i comici) potevano pensare, un lancio di frutta, prima all’ambasciatore nemico, poi alla benefattrice di Freedonia.

Questo film conferma, se ce n’era bisogno, la mia soddisfazione per il cinema poco più che muto. I Marx (Groucho e co.) erano dei geni, i pronipoti di tanti altri, come il primo Allen, o Belushi, o anche Abrahams e Zucker, che sobillavano le masse con qualcosa che può tranquillamente essere lontano dai tempi, qualcosa per cui ti chiedi se erano dei viaggiatori nel tempo, proveniente comunque dagli anni ’70.

Basterebbe la frase in alto di questo blog, che comunque cambierò nei prossimi minuti, per capire che non erano del loro periodo, i Marx (quelli dei baffi, delle sopracciglia finte e degli occhiali neri) erano però ben inseriti se si permettevano tanta sfacciataggine, soprattutto a Groucho, uno che sempre si vuole citare al posto di Karl, per quel motto, come faceva…”una risata vi seppellirà”???

Come si può sottovalutare un film del genere? Qualcosa di eccezionale, di imprevedibile, di completamente folle. Chi ha prodotto questo film? Chi ha avuto il coraggio di dirigerlo? C’è una sceneggiatura, oppure è tutto in mano ai fratelli? E le gaffes, le scene tagliate, le risate che ho intravisto nei visi dei protagonisti? Tutta roba irrecuperabile?

E questa è solo una scena muta:

La pazza storia del mondo

A parte qualche lungaggine di troppo, più di tutti l’episodio ambientato nell’Impero romano, sembra che Brooks abbia fatto qualcosa di lodevole. Quindi ci sono microepisodi, o scene intere, più godibili del resto del film, ma l’apoteosi si raggiunge con l’inquisizione spagnola presa in giro a mò di musical con riferimenti a simboli ebraici.

Sembra che io non abbia ancora visto tutti i film da ridere

Hot shots!

Recupero anche questi, tra i film che ho già visto almeno 2 volte in vita mia. Ho riso, sorriso e goduto per certi momenti, ma a tratti mi sono sorpreso per il ruolo del compianto Lloyd Bridges, prima militare poi presidente USA nei due film: la storia del suo personaggio è quanto di più ironico, sorprendente, buttato tutto sull’esagerazione; poi viene una serie di gag firmate dal solito Jim Abrahams (e non vi cito la sua filmografia), che me lo fanno rimpiangere. Il suo ruolo, nei film successivi e simili a questi, è passato a Leslie Nielsen, ed entrambi fanno la loro bella figura.

Poi c’è la questione Martin Sheen, il clone di suo padre, Charlie Sheen, che si rinfacciano la bella interpretazione in Wall street…mi correggo: entrambi erano nel film di Oliver Stone, ma la cosa peggiore è che la battuta credevo fosse riferita ad Apocalypse now. Quindi anche metacinema, con altre scene molto ironiche, e pure citazioni complete, più facili da scoprire in Part deux, mentre nel primo film si prendono per i fondelli anche alcuni classici.

Infine Valeria Golino, anche lei musa di questo blog: se una così, con quegli occhi, anche senza la sua voce, mi guarda e mi chiede di andare “in missione”, beh, io ci sto.

Tutto il resto è cinema demenziale da non buttare, ma nemmeno da salvare per un’altra visione.

Scuola di polizia

Non è un film per palati fini. Si ride di gusto due o tre volte, ma sono dentro l’onda lunga degli anni ’80, e volevo confrontarmi con i film che nella mia giovinezza hanno suscitato più emozioni.

Non ero davanti ad un capolavoro, era giusto un’ora e mezza di distrazione, e me ne sono reso conto subito.

Non mi devo più fidare della mia memoria, ma faccio l’ultimo tentativo con i primi due Porkys…