Dal Cineforum, Ronin

Avevo promesso di rivederlo, prima o poi, più prima che poi esattamente. Gli impegni e gli altri film però chiedono spazio nella mia vita, anche se vorrei dedicare un bel ciclo ai film che mi mancano come pochi. Non parlo de Il padrino, ormai assunto a summa del cinema, ma di altri titolini che è troppo tempo non vedo.

Ringrazio Tiziana di http://cinevisioni-e-letture.blogspot.com/ per la proposta, anche se improvvisata e poco partecipata (dateci più preavviso la prossima volta). Ormai se dei nostri però. Spero tra l’altro tu non ti sia spaventata con il messaggio che ti è arrivato dal Cineforum, ma piuttosto dalla rapidità con cui Fede ha accettato e postato l’annuncio.

Ti chiedi anzitutto se diventerà un piccolo cult. Ti chiedi se effettivamente da qui in poi De Niro ha fatto film brutti (vogliamo parlare di Flawless?). Ti chiedi come hanno girato gli inseguimenti, e gli stunt, si sono fatti mai male? Ti chiedi perché ti piace, poi, tra una scena e l’altra vai su IMDB, e trovi scritto questo:

David Mamet worked on the film as a script doctor. He significantly re-wrote the script, making major changes to character and dialogue from J.D. Zeik‘s original. There was a dispute between the studio, the director and the WGA over the credit, with MGM and the WGA insisting that Zeik be given story credit and billing over Mamet. They wouldn’t back down and so Mamet asked that his name either be removed or placed under a pseudonym. The credits of the film now read as “Story by J.D. Zeik. Screenplay by J.D. Zeik and Richard Wiesz”.

Una sorpresa quindi, su chi ha preso in mano il film, ma anche una conferma di quanto lo sceneggiatore sia bravo. Nella chat non mi sono poi dimenticato di citare un’altra battuta, detta dal compianto Brando a De Niro ne Il colpo, scritto sempre da Mamet:

Hai un aspetto di merda, qual’è il tuo segreto??

Siamo alla pura bravura o no?? Poi c’è la scena dell’estrazione della pallottola, ma questa non ve la scrivo, dovete riscoprirla da soli.

Asciutto, come ha scritto qualcun’altro. Diretto, senza fronzoli, forse l’ha detto ancora qualcun’altro. A qualcuno può affascinare la fine dei blocchi USA/URSS, ma dopo qualche lustro può passare inosservato, anche le conseguenze del finale. I più poi, oltre alle scene d’azione, vedono delle spie, i ronin appunto, rimaste senza padrone, con mezzi più o meno importanti (mi chiedo sempre in questi casi: ma pensano poi alla pensione?), da un sacco a pelo a un GPS formato famiglia (di quelli che fanno pensare a quanto si sia evoluta la tecnologia. Se non sbaglio eravamo nel ’98 quando è uscito il film), ma sempre con grossi problemi e molte responsabilità. Ci sono quindi i buoni, tranquilli, quelli che all’inizio ti stanno almeno simpatici, o perlomeno sono meno violenti degli altri, o che fanno delle battute fenomenali (Fede forse le ha citate nel suo post, ma potete anche scorrere il mouse nella chat per recuperarle). E c’è pure il McGuffin, una valigia che passa di mano, ma che non si sa cosa contiene, neanche nel finale. Vi ricorda qualcosa?

Insomma, un film per niente anonimo come i ronin, anzi proporrei di elevarlo a cult, e di eliminare direttamente Mission: impossible, il primo, perché il secondo fa sempre più veramente ***are.

P.S. Hai visto Fede, non ho parlato assolutamente di Natasha, che vorrei però mi dedicasse un sorriso nel prossimo film. A proposito, da lontano si, le somiglia.

Ieri sera Cineforum – Ronin

Stasera, nel blog del Cineforum, a questo indirizzo, si parla di Ronin, trasmesso da Rai3 alle 21.00 circa. E io che avevo proprio voglia di rivederlo, leggete il post di quasi tre anni fa, a questo indirizzo.

Con: Robert De Niro, Jean Reno, Natasha McElhone
Regia: John Frankenheimer
TRAMA: A Parigi un’energica irlandese riunisce cinque moderni guerrieri mercenari di varia nazionalità, tutti senza lavoro (CIA, KGB, Stasi, ecc.) o alla deriva dopo la fine della guerra fredda, per una missione ben pagata e molto pericolosa: impadronirsi di una valigetta, agognata da una banda di mafiosi russi e da una frazione estremista della lotta antibritannica nell’Irlanda del Nord.

Nuovo appuntamento con il cineforum grazie alla proposta di http://cinevisioni-e-letture.blogspot.com/ di vedere Ronin!
Ci vediamo stasera, alle 21.10, su RaiTre, non mancate!

Per farsi un’idea sul film di Frankenheimer, ecco un articolo preso da Filmtv:

Action movie solido, velato da un sottile crepuscolarismo. La prima parte (diciamo fino all’arrivo ad Arles) ha un paio di sequenze da antologia, realizzate da Frankenheimer con sguardo di ghiaccio. Poi, nel finale, la solita baraonda da poliziottesco americano, ma il più è fatto. Location da urlo, inseguimenti mozzafiato, ricordi dei due “Braccio violento della legge”, la faccia intensa di Natasha McElhone, un cameo del “truffautiano” Lonsdale e una nuova coppia d’azione, il “professionista” De Niro e il “mediterraneo” Reno. Tagliato con l’accetta del classico cinema spettacolare, essenziale, rilassante.

Come sempre non resta che augurarvi una buona visione!

La sposa cadavere, dal Cineforum

http://cinetvforum.altervista.org/blog/la-sposa-cadavere-per-gegio/

Estate? Palinsesti impazziti? Che fine fanno i film d’inverno? Ma soprattutto, perché mandare La sposa cadavere in prima serata? E poi, appena due spot dopo la fine, e subito Edward mani di forbice???

E’ un cartone animato, in stop-motion, ma è una storia per adulti che sognano ancora. Sinceramente, scusami Fede, l’ho visto distrattamente, anche perché era la seconda volta, e forse non ne ho mai scritto, ma il motivo principale è la noia a cui porta il regista, il tanto acclamato Tim Burton, dopo tutti questi film fantasy. Se il regista si desse una mossa, l’ho scritto in chat, e se facesse magari un film di guerra, o una commedia sentimentale, oppure un giallo, magari non ci stancheremo degli effetti speciali, o del 3-D, ma soprattutto del suo attore feticcio.

Anche i tipi di Dispenser di Radio2 (lo rivoglio in palinsesto!!), dei quali casualmente ho ascoltato oggi, e sto ora ascoltando, un podcast in cui “Burton parla di Burton”, non apprezzano molto i suoi ultimi film, ma Ed Wood, Mars Attack! hanno delle idee, mentre da Il pianeta delle scimmie in poi quasi l’abisso, a parte Big fish. Johnny Depp firma la prefazione del libro “Burton racconta Burton“, e questa è la coppia più inflazionata del cinema attuale. Non dico “Ah Tim, facce ride”, ma un bel film di spionaggio???

La sposa cadavere quindi si inserisce nella sua classica filmografia, che spazia dall’animazione al 3-D, al quale è arrivato per Alice in wonderland. Questo si, volevo andare a vederlo al cinema, affascinato già dal trailer visto prima di Avatar. Poi qualcuno o qualcosa mi ha fatto desistere…

Non c’è trama nel film di ieri sera, almeno niente di assolutamente originale. Nessun spoiler quindi, anche da parte mia, ma mi sono accorto dell’unico guizzo di originalità verso la fine, quando il mondo sotterraneo era disegnato a colori….ah beh, che genialata direte (copyright Fede, copyright), ma che cosa aspettarsi da Tim Burton? L’impossibile, ma se raccontasse la vita di Madre Teresa di Calcutta?

Juno, dal Cineforum

Prima de La sposa cadavere, in tv questa sera, ma anche online nel Cineforum, abbiamo visto Juno.

Primo esperimento effettivamente autunalle del progetto, dato che l’estate ci ha lasciato almeno temporanemente, e praticamente il tête-à-tête che c’è stato tra me e Cecilia.

Sono arrivato in ritardo, e mi sono perso l’inizio del film (recuperabile appena La5, canale del digitale terrestre lo riproporrà in un futuro neanche lontano), e la pubblicità di Canale5 non mi ha distratto più di tanto (avete visto Sbirri? E lo spot che girava?). La domanda sorge spontanea: come può il canale per famiglie di Mediaset proporre un film che distrae le masse alla grande? Prima una sedicenne che rimane incinta, poi il ritratto della protagonista, poco meno che scurrile (e il bollino com’era? Non ricordo…), e un linguaggio che rasenta il torpiloquio. Poi il genitore adottivo, il marito che se ne và prima dell’arrivo del fagiolo, non è esattamente un esempio da seguire.

Diablo Cody su Canale 5 quindi. Se avete visto almeno la serie che ha scritto, United States of Tara, immaginate la scrittrice, che qui scrive dialoghi e battute veramente godibili, a partire da quelli di Ellen Paige, una ragazza moderna, non si può non ammetterlo, e una famiglia che riesce pure ad ironizzare. Poi c’è il padre naturale, del quale un amico si chiede se sa che è suo figlio, interpretato da un attore che mi pare sia diventato di culto. E la scuola, appena abbozzata…

Eravamo davanti ad un bel film, non c’è scampo, ma l’estemporaneità ha preso il sopravvento.

La sposa cadavere

Con: Johnny Depp, Helena Bohnam Carter, Emily Watson
Regia: Tim Burton, Mike Johnson
TRAMA: Victor, promesso sposo, si ritrova improvvisamente nella regno dei morti, dove si unisce in matrimonio con una misteriosa sposa cadavere, mentre la sua sposa vivente, Victoria, lo aspetta nel regno dei vivi.

Eccoci al secondo appuntamento autunnale del cineforum, dopo Juno si passa a La sposa cadavere, un film che conferma la genialità e la visionarietà di Tim Burton! Hanno scritto di questo film:

Tim Burton è davvero un tipo fuori del comune. Non solo appartiene alla categoria dei geniacci, ma milita in quella, ancor più ristretta, dei geniacci che non sbagliano un colpo. -La Repubblica-

il risultato è fantastico. (…) un film macabro, divertente, una silly simphony coi vermi tra gli occhi. Pura armonia (…) La tenerezza della morte, la coniugazione di un controsenso che diventa una fiaba morale con un tasso di fantasia impagabile, mix perfetto di horror, ritmi, humour. Non perdetelo, è un delitto. -Corriere della Sera-

Deliziosamente macabro, come sa fare Tim Burton. Magnifica la torta nuziale con i teschi di glassa. -Il Foglio-

Romantico, tetro, straordinario (…) Un gioiello raro in un panorama dominato dall’uniformità e dallo stereotipo. -El Mundo-

Romantico e insieme macabro, realizzato in stop-motion come «The Nigthmare Before Christmas», il film molto carino è popolato di giovani con grandissimi occhi tondi dall’espressione malinconica, di anziani simili a pere, meloni o scope, da allegri scheletri amanti della musica, di foreste oscure e lord pomposi. (…). Molto, molto aggraziato e toccante. -La Stampa-

Ne deriva un film senza pecche: dura poco; unisce a un soggetto insolito – tratto dalla tradizione russa ma ambientato a Londra – dialoghi corrosivi; volge paura e orrore in ironia e sarcasmo. -Il Giornale-

La sposa cadavere sarà trasmesso venerdì 3 settembre su Italia 1 alle 21.10 circa. Come ogni appuntamento, ci si ritrova nel Cineforum per commentare in contemporanea il film!

Buona visione!

Underground

Questo post dovrebbe essere in continuo aggiornamento, quindi date un refresh alla pagina ogni tanto.

Inoltre c’è la chat, a questo indirizzo!!!!

Ieri vi ho nuovamente parlato in questo post del tentativo embrionale di un cineforum virtuale. Chi è più anziano se li ricorda bene, ma per chi è più giovane più o meno dovrebbe essere la proiezione di un film seguita dal dibattito. Internet rende le cose più facili: anche stando da casa è possibile partecipare intervenendo qui o da Cinlarella (grazie per l’idea!!!), da Anna Nihil e da Sailor Fede. C’è chi ha noleggiato il film, chi lo guarda in streaming, e chi, come me, se l’è fatto prestare.

Parte la visione!!!

1941: Piena 2a guerra mondiale!!! Già era un casino il mondo, figurarsi la Jugoslavia. Poi, se si propone l’amore durante un bombardamento, beh, si capisce che Kosturica non è uno semplice. I protagonisti si rifiugiano sotto terra, e questo me lo ricordavo già da prima.

Qualcuno mi ha ricordato i temi che fanno pensare del film, ma se va avanti così, dopo la scena del teatro, direi che diventa uno dei miei film preferiti.

Finora è stato un inno alla vita se ci penso: la scena d’amore, lo zoo, il teatro, il matrimonio, tutti contesti positivi pare, ma inseriti in uno dei peggiori…Certo, non dimentichiamo le ciocche, altro tributo.

I nazisti hanno due ruoli, idioti o cattivi cattivi.

E piano piano si scende nell’abisso. Dal manicomio, dal quale non c’è via d’uscita secondo due protagonisti, si arriva alla dittatura di Tito, durante la quale si crea una vera comunità nel rifugio, che accoglie il reietto prima partigiano. La storia continua, ed entra dalla porta principale. Piano piano ci si accorge che l’isolamento porta a strane cose, e le risate iniziano a smorzarsi, ti chiedi se c’è qualcos’altro dietro.

Nella chat ho scritto che tutto il casino non poteva organizzarsi (il cast che incontra il cast, la genialata dei tedeschi del set), a ragione, perchè sembra che il leit-motiv del film non sia il grottesco, la commedia, ma la pazzia. Il finale, dopo l’emersione dal rifugio, è pieno di pathos, di drammaticità, di cose che sono almeno realisticamente possono essere accadute.

Questo film è del ’95, quindi doveva trattare le divisioni assurde che c’erano allora nell’ex-Jugoslavia. Una serie di guerre che non mi ha mai interessato (pacifista a oltranza, senza se e senza ma), ma che negli anni ho scoperto essere più che difficile. E questo film non aiuta per niente.