Saw V – VI…e via dicendo

No, tranquilli, non è uscito il reboot o un sequel, nemmeno un 5 minuti di sforo dai titoli di coda su Youtube. Dovrebbe essere finito, anche se, e qui sono in vena di spoiler, altrimenti non sarei qui, il poliziotto non si salverebbe un’altra volta. La telenovela non aggiunge tantissimo, forse hanno ragione nel dire che sono i due primi capitoli ad essere i passabili, altrimenti mi chiedo perché ci sia senz’altro qualcuno che se li spara 6 alla volta in un dì…e non sono io. I flashback diventano rotture, i colpi di scena quasi telefonati, e le morti sono promesse come sempre, altrimenti perché andare a vederli? Non si salva nessuno, come al solito, e se ci riescono non fanno parte del gioco. Tutti fuori, tutti morti, anche chi sperava nella poliziotta sudamericana, anche la moglie di Jigsaw, e pure chi ha fatto una semplice comparsata. Sembra che tutto il mondo muoia sotto le fauci di quel giocherellone, tranne il chirurgo che si taglia un piede nel primo film, rivelatosi nel finale un’altro collaboratore e prosecutore delle vendette del sommo ideatore. Quest’ultimo pare abbia progettato pure la morte del 3-D, degli spettatori e delle idee nel cinema…aspettiamoci la vendetta quindi.

Mi aspetto almeno un remake, più moralista e meno risolutivo magari, con un pò di filosofia e qualche morte cruenta non ripresa in ogni dettaglio, ma appena accennata, o tagliata per volere del regista e non dei produttori. Se capita, date un’occhiata alla Trilogia della vendetta, mi pare di aver già scritto di Chan-wook Park, ma è bene ricordare.

Usciti dal 2008 al 2010. Voto: 4.

Star trek – Una saga incompleta

Si chiude così il mio ciclo dedicato alle saghe, alle trilogie e tutto il resto. Non so se ho esaurito l’argomento, ma dovevo inserirlo prima o poi, e il lancio di Bibliofilo ha contribuito al passaggio di testimone. Prima o poi tornerò a parlare, non ne dubito…

Star trek, una divisione: trekkies o fan di Star wars? Questa è la domanda fondamentale…E se io stessi nel mezzo? E se a me, che ho frequentato nell’adolescenza la serie classica, che ho visto tardissimo l’esalogia, che non trova utile il klingoln o la filosofia jedi, non importasse più di tanto di entrambe? Avrò visto almeno un centinaio di puntate ma ero giovanissimo, e penso che qualcuno mi sarà pure piaciuto, ma non ci vedo motivi per farne qualcosa che superi la trilogia, o meglio, i primi tre film. Star trek – Il film, stranamente, mi ha affascinato per gli effetti speciali, mentre per la storia, in questi momenti di antidolorifici per niente magnifici, non ricordo assolutamente nulla. Ricardo Montalban nell’Ira di Khan era al limite del ridicolo, non a caso alcuni dei titoli visti erano nelle liste di qualche mese fa, tra i peggiori registrati; una storiella comunque, niente di chè. Rotta verso la terra, con le balene e San Francisco per i trekker originali, segna il passo per il mio dvd-rec, che mi fa fare il primo salto temporale: ha evitato a ragione Alla ricerca di Spock? Ecco, lui è il personaggio schematico più interessante che abbia mai visto, ma la mitologia della saga inizia ad incrinare la mia curiosità…L’ultima frontiera sembrava, dai ricordi che ne avevo, il più interessante, ma mi sbagliavo, e ora come ora ricordo la domanda “A che gli serve un’astronave?” e la romuliana, altrimenti il fratello di Spock, ma mi sa che dovevano, anzi devono dargli più spazio, magari nel prossimo sequel del remake della saga. La mancanza di fantasia di Hollywood però è solo recente, perché un collega mi ha detto che non riesce a seguire le cinque, dico cinque serie che sono venute fuori con Pikard e soci. Generazioni infatti aveva un bel nemico da sconfiggere, e la sua arma sbrodola viaggi temporali che, se sviluppati, potevano ispirare pure Doctor Who. Peccato che poi entrino Data, Warf, Numero 1, e l’accenno a Deep Space 9 non garantisce l’assoluto interesse. Ho mollato, non vogliatemene…

 

Millennium – La trilogia

In attesa di godermi il remake di Uomini che odiano le donne mi sono fatto fuori l’intera trilogia svedese. Tutto è nato da lì, tutto nasce da uno scrittore che se ne è andato prima di completare la saga di Lizbeth Salander: no, non doveva finire così, con il salvataggio della protagonista da parte della rivista Millennium, c’erano altre vicende da raccontare…Avevo già visto il primo film, ne sono sicuro, e ricordo anche che La ragazza che giocava col fuoco è stata l’ultima vhs che ho noleggiato in vita mia, ma non riuscivo a collegare fatti, cose e persone tra loro, quindi altri soldi sprecati. C’è si un certo stacco tra un film e l’altro, ma si parla della trilogia anche come miniserie, che sta trasmettendo La7, quindi bisogna stare attenti, almeno alla trama. Di cose ne succedono parecchie, da quella violenza da parte del tutore alla morte del padre ed oltre, e Lisbeth attraversa tutto con nonchalance apparente e pensieri che credo siano abbastanza grevi, anche se non ha mai voluto collaborare con la giustizia. Lei è altro, lei è indipendente, vendicativa oltre misura, cocciuta e abbastanza pericolosa, con una bottiglia dal collo rotto o con un computer. E’ pure minuta, e le sfiancano il corpo fino quasi alla morte, ma riesce a farsi almeno un amico, Mikael Blomkvist, che da buon giornalista almeno protegge la sua fonte. Piano piano si passa da un’indagine normalmente pericolosa, dove la ragazza inizia a capire che odia gli uomini che odiano le donne, al coinvolgimento personale, di Lizbeth, ma anche della rivista Millennium, e si arriva ai piani alti, si scoprono cose e persone che fanno paura. Per non parlare del padre, dei nazisti, dei trafficanti, di suo fratello…Se il primo film è solo introduttivo, il secondo interlocutorio, il terzo è molto buono, con un ritmo piuttosto alto, una tensione che non puoi apprezzare se non tifi per il giornale e, stranamente, una protagonista che se ne sta ferma e zitta per buona parte del film: lascia fare il lavoro sporco ad altri, per una volta, e si mette dalla parte della ragione, della giustizia, semplicemente rimanendo sè stessa…

Infernal affairs I – II – III

A.S. E Saw? Mi fermo al IV, perché il V mi manca, quindi la saga si interrompe. Bella la gestione della timeline, il coinvolgimento della polizia, ma il cambio di protagonista era nell’ordine delle cose, e magari rinsavisce nei prossimi episodi. Vediamo se prossimamente darò ancora spazio a questa saga…difficile, ma possibile.

Ma sul serio era la seconda volta che la vedevo? Non ricordavo assolutamente niente della trama, se non per ciò che ha ispirato The departed, tutta colpa della mia leggera, o per meglio dire, moderata avversione verso il cinema orientale. Nel terzo film mi son perso, e sì che i protagonisti storici ci sono, il poliziotto e il mafioso infiltrati, ma la trama si…infittisce parecchio. Sam, quello biondo della triade, è un pò defilato, ma ci sono altri personaggi, buoni e cattivi, o che sembrano tali, e la timeline si appesantisce parecchio per la mancanza di stacchi evidenti. L’Ombra, e parlo a coloro che si ricordano perfettamente della trilogia, compare anche dopo le morti di…e ciò vi pare semplice? Se il primo si ricorderà per la scena delle due talpe che comunicano ai rispettivi capi in piena operazione di polizia/scambio di droga-soldi, il secondo pare una mafia story veramente ambiziosa, che forse oscura troppo le vicende della coppia protagonista. Il terzo è incasinato e al tempo stesso un poliziesco notevole, ma si mette di mezzo pure l’infernale, quelle dimensioni che vanno colte subito, altrimenti non si capisce la deriva di chi sopravvive al primo film. Senza parlare dei tratti asiatici degli attori, che non aiutano affatto noi occidentali…E’ per questo che non amo, ecco le parole giuste, non amo quel cinema.

Si ipotizza(va) un sequel per The departed…

Saw I – II – III

Dovevo, anzi devo, mettere alla prova le mie capacità, la mia pazienza, i miei occhi, quindi ho scelto di registrare anche la saga di Saw. Sono arrivato a poco meno di metà dei film, e come in tutte le saghe, sono interessatissimo alla timeline, che qui, almeno dal terzo film, si rafforza con rimandi al primo e al secondo film: Amanda che entra nel giogo di John, la prima ambientazione in chiave prequel…Era già nato Lost? Non ricordo, e non voglio nemmeno saperlo, perché non vale la pena, a dire la verità, fare ricerche che vanno oltre l’anno di uscita di ogni film, tanto per capire dove si colloca l’episodio in 3-D.

Truce, direi che è truce oltre maniera. Perché altrimenti soffermarsi inutilmente sull’operazione a cervello aperto? E quelle auto-amputazioni? Senza parlare dei macchinari, delle maschere o delle trappole che trovano i personaggi per la loro sopravvivenza. Non mi hanno mai impressionato, come del resto la in/dubbia moralità del non/serial killer, uno che dovrebbe morire ad ogni film, ma che trova sempre qualcosa da dire, almeno fin quando non troverà uno con i controxxxxx che lo mette almeno in difficoltà. Almeno nel terzo film c’è una serie di vendette, ma preferisco a questo punto la prima trilogia vista pochi giorni fa, che ti fa rovinare il cuore, ma almeno è scritta meglio, senza giganteggiare per giustizialismo. Ora mi dò al 4° episodio, ma non credo di mollare, devo arrivare alla fine di Jigsaw, devo capire come lo fanno fuori, o se è effettivamente morto.

Ah, una questione aperta da un collega di lavoro: come sono riuscito a non scaricarli? E’ semplice: tutti sono stati proposti in tv negli ultimi mesi, mancava solo il primo, mentre per il secondo ed il terzo mi sono servito addirittura di RaiMovie, pensate voi…E’ un argomento che affronterò in futuro, con piacevolissime sorprese…

 

Bourne – La trilogia

In queste prime ore di tentativi di rivitalizzare il blog, con le anteprime in tv e le immagini dal mio desktop, mi sono dedicato alla trilogia di Bourne, ma mi sono lasciato distrarre dai fogli elettronici, quindi ho saltato la lettura della trama di ciò che, con Bourne legacy, è diventato una quadrilogia. Ricordo Boris Sollazzo, su La rosa purpurea, che ne parlava come intrattenimento da sufficienza, quindi mi ha persuaso a dimenticarmene facilmente. Andiamo su Filmtv.it…Si, si, non era da andare a vederlo al cinema, figurarsi, ma neanche da attenderlo con ansia.

Quante location! Quanti inseguimenti, quante mosse di ciò che sicuramente non è kung-fu!! Ricordavo vagamente i primi due, visti con poca partecipazione, ma inclusi nella mia videoteca di dvd registrati. Infatti per la recente registrazione ho salvato l’audio in inglese, e mi è toccato recuperarne il dvd in 4/3, con l’audio e il video analogici. Spero non capiti più, perché Bourne ha delle potenzialità, o almeno le aveva, visto il suo passato, le sue capacità e conoscenze, le abilità soprattutto. Non ci si chiede perché ha una dozzina di passaporti, questa è la normale sospensione dell’incredulità per un film con la Cia dietro l’angolo, ma ciò che mi arrovellava era la base espressiva del volto di Matt Damon, quindi ogni tanto partiva la testa, e tutto pareva risolversi…la trama, perché Jason Bourne pare avere due espressioni: con o senza passaporto. Certo, mi sono divertito, specie nelle lotte corpo a corpo, o per gli inseguimenti, in auto o a piedi, o nei momenti topici in cui si intrufolava dove 007 non oserebbe. Certo, è un bel paragone, e vince senz’altro il secondo, ma vuoi mettere la figura che fa Napoli nel primo episodio? E le coperture varie, in India come altrove, non sembrano troppo facili? Lasciate indietro i politici russi, guardate l’evoluzione del personaggio, godetevi la rentreè del terzo episodio, quando tutti aspettano lui, e ti vedi Matt Damon invecchiato, ma sempre lo stesso. Lui, Mark Whalberg e pochi altri, hanno quella immensa capacità di non invecchiare, di mantenere vive le solite emozioni nelle nostre visioni…no, qui si sparla della loro mimica facciale, non di altro. Due episodi su tre sono diretti da Paul Greengrass, quello di Bloody sunday e di United 93, che usa la solita macchina a mano. Ok, impossibile per gli inseguimenti in auto, ma volete mettere i tetti di Tangeri con quel montaggio frenetico? E’ una delle scene più belle, dove pure una come Julia Stiles può fare bella figura, ma il finale toglie un bel pò di emozione, tanto è freddo. Non ci sono tante rivelazioni, è una trilogia che non ne ha di devastanti, si capisce sempre dove si va a parare se si son visti alcuni film di spionaggio, ma è il metodo, il modo con cui ti fanno vedere tutto a migliorare le cose. La Cia come (non) l’abbiamo sempre vista, quelle sporche operazioni sotto copertura, e i computer, le telecamere controllate, Echelon, le cimici, le intercettazioni…diciamo che Ludlum non penso abbia scritto tutto con in testa ciò che abbiamo per le mani in questi anni, quindi entra in gioco Tony Gilroy, l’ultimo a prodigarsi per il personaggio, visto che ne ha anche diretto il quarto film. E se avessero messo un’altro attore? E se l’avessero fatto agli albori di Internet? E se non c’era Greengrass? Non dico un I tre giorni del Condor, nemmeno un emulo di 007, non ci sarebbero mai riusciti, ma il favoloso incipit dell’uomo senza passato?

Tre colori – La trilogia

E mentre passa su RaiMovie, un pò a casaccio (quand’è che il canale ci proporrà cicli interi, magari giornate dedicate ad uno stesso attore o regista?), io me li sono visti tutti e tre, uno di seguito all’altro, anche se ho sbagliato l’inizio, il Bianco invece del Blu….ma è proprio così? Che fascino poteva avere la scena del tribunale, dove Karol Karol và a divorziare, se vista prima del film con Julie Delpy? E quanto era bella all’epoca, lei? Mi sono chiesto, prima di iniziare la visione, se ci fossero effettivamente i colori, nei film. Nel Bianco c’è anche la neve, nel Blu c’è quel lampadario, mi pare unico ricordo della vecchia casa, ma è col Rosso che sono rimasto più affascinato: ogni tanto mi perdevo nel colore della passione e della fratellanza francese, quindi la trama poteva complicarsi, ma il finale…Quindi Liberté, Égalité, Fraternité (copio incollo da Wikipedia, perché quell’E accentato non so dove tirarlo fuori), per ciò che riguarda le emozioni la prima, la seconda vista come obiettivo monetario e la terza vista con gli occhi del diciannovesimo secolo, quindi pure la solidarietà e la misantropia (non preoccupatevi, non mi sono ulteriormente complicato, sono arrivato a queste considerazioni sempre con Wikipedia). Kieslowski mi ha sempre affascinato, prima per l’ispirazione di questa trilogia, poi per uno dei Comandamenti, quello del padre e figlio alle prese col computer (mi aspetto che RaiMovie dedichi a Decalogo la solita, pazza programmazione). Ce lo siamo meritato? L’abbiamo perso troppo presto? In queste settimane ho registrato pure La doppia vita di Veronica, ma dovevo passare per la trilogia, e, tolte le considerazioni sui colori ed il loro significato per il regista, rimangono due o tre cose notevoli: Karol Karol, che si fa rispedire in Polonia, dopo aver perso pure il passaporto, in una valigia, e diventa ricchissimo, con una vendetta molto melò verso la moglie che l’aveva cacciato (il più divertente? Il più facile? Il più dell’Est europa?); la Binoche, forse compositrice, forse no, che con un concerto omnieuropeo ridà senso alla sua vita, dopo aver rigettato tutto, dopo aver perso marito e figlia in un incidente (mi sono letteralmente perso nella stesura finale, con gli strumenti musicali che escono di scena così facilmente; farà pure pena come musica, ma Lezione 21 mi manca parecchio); il rosso, dappertutto, dai vestiti ai minimi particolari ripresi dalla cinepresa, pure un orologio digitale. Se prendessero la passione, la purezza e la calma, l’evasione, la pace (almeno secondo il significato cristiano, sempre per Wikipedia), se tentassero di fare una trilogia dello stesso spessore di questa, avrebbe più successo, certamente, ma la mano di Kieslowski mancherà di sicuro.