Visti…o registrati – I migliori Crime

Finalmente ho trovato il titolo giusto per questi post, anche se sono vicini alla conclusione, e per le commedie, che raccolgono buona parte delle mie passate visioni per il blog, mi devo organizzare in qualche modo.

6 recensioni o voti positivi su 6 per due film: Il padrino – Parte II e Il mistero del falco. Mymovies fa scendere a 5 adorazioni I quattrocento colpi, mentre il pubblico per Morandini non ha considerato i miracoli de Il padrino e di Pulp Fiction. Mymovies torna per non dare l’unanimità di consensi per Arancia meccanica, Mystic river e Rapina a mano armata, mentre i critici per Morandini non hanno considerato Non è un paese per vecchi.

A quattro buone quotazioni ci sono, per Filmtv, Gomorra, non osannato troppo da IMDB, Anatomia di un omicidio, bocciato dal pubblico di Morandini, Fronte del porto, Chinatown, Seven e The departed, questi ultimi non perfetti per Mereghetti.  Indagine su un cittadino al di sopra…, L’uomo che non c’era e Fino all’ultimo respiro non hanno l’8 di IMDB, ma pure i voti “non negativi” per il primo di Mereghetti e degli altri per Mymovies, che attribuisce la sufficienza a Il grande caldo, bocciato pure dal pubblico di Morandini.

Michael Clayton

Ultimo film del ciclo Crime, e nei prossimi giorni…

Un Gilroy, che cos’era per Matt Damon in Ocean’s 13? Un afrodisiaco, che conoscono però i più cinefili, o almeno chi segue la recente filmografia del pack di George Clooney. Qui Tony dirige e l’attore è il protagonista, e pareva insormontabile per il sottoscritto. Avevo infatti già fatto un bel tentativo di visione, ma i primi minuti sono quanto di più noioso potevano produrre, visto che ci sono due o tre tracce da seguire e non hanno pensato al peggio. Per fortuna parte il flashback, e si spiega tutto. Siamo dalle parti delle grandi cause di cittadini contro grosse aziende, e Michael Clayton non è nemmeno una Erin Brockovich, visto che lavora dietro alle quinte, come spazzino, come intermediario tra avvocati e chi ne ha bisogno. Ha una famiglia, ma è divorziato, ha un buon stile di vita, ma è indebitato, è ben vestito ma…Un amico avvocato esce di testa durante una deposizione, e lì iniziano i guai, fino all’esplosione della macchina…Non ho citato l’altro della Section Eight, Steven Soderbergh, qui solo produttore, quasi ad introdurre Gilroy al cinema, che sappiamo se la cava benissimo come sceneggiatore, ma si dà anche all’action con The Bourne legacy. Guardate qui per la filmografia, o meglio per cosa ha scritto o collaborato. Certo, ci sono Armageddon e Rapimento e riscatto, ma tutto il resto è degno di nota.

Redacted

Frequento Brian De Palma da anni, forse da prima degli anni ’90, quando mi sembrava uno dei più grandi. Ora, almeno da Black Dahlia, ne ho perso le tracce, ma qualcosina me la ricordo. So che da Omicidio in diretta segue un certo discorso sullo sguardo, ma ogni tanto si concede qualcos’altro, come un noir bello e buono, ma con Redacted va oltre, ed arriva al messaggio. Si sono spese pagine e pagine sull’Iraq, come guerra sbagliata, dove i giovani disoccupati vanno a morire prima di potersi prendere un bel pò di soldi e mettere sù famiglia, ma ci voleva anche uno come lui per far capire le atrocità che si compiono sugli abitanti, sospettati o innocenti, bambini o donne, uomini o terroristi. Mano libera quindi, ma vi dicevo della forma, che non usa la classica cinepresa o videocamera, se non quella del documentarista che nella finzione vuole fare Cinema, o quelle di sorveglianza, o ancora dei giornalisti. Ci sono pure video da Internet, e la verità pare non venga mai fuori, anche se si sa tutto, anche se non un solo momento, volenti o nolenti, non viene memorizzato. Nulla viene dimenticato con la tecnologia, e peggio ancora nel futuro. De Palma ci avvisa, ma ci sono pure dei pazzi che continuano a fare guerre, e le vittime sono solo danni collaterali.

I fatti della Banda della Magliana

Due o tre cose curiose: l’ennesimo ritratto della Banda, con Romanzo criminale e la serie che ne è stata tratta; l’impianto teatrale e il romanesco da sganasciarsi, tante sono gli improperi bellissimi che si tirano i protagonisti; il film del ciclo Crime col voto peggiore per il pubblico, quindi manco pe’ ca)%” se l’è ca”&£2 nessuno, figurarsi in tv; la voce forse di John Belushi, forse pure del rugbista ubriaco de L’attimo fuggente ha un volto, e nel secondo caso pare sia stato preso a Hollywood, tanta è la somiglianza. I nomi cambiano, la metafisica c’è anche qui, e Pannofino non è solo una voce. Alcuni momenti morti, alcuni divertenti, altri tragici, altri storici, ma una serie è tanto, un film non basta e una piece teatrale è per smargiassoni.

Ferro 3 – La casa vuota

Quando si tratta di film asiatici io di solito mi astengo, mi ritiro, mi disinteresso, e un pò mi deprimo. L’ondata non più recente di film horror ha dato il colpo di grazia, ma ogni tanto mi capitano titoli così, come anche 2046 o In the mood for love, dei must anche per chi stupidamente ha dei pregiudizi, anche meno di me. Se considerate i protagonisti, che entrano nelle case, le usano, ci riparano qualcosa, ascoltano musica, ci mangiano, ma senza fare rumore, e ancora di più senza parlare, per quasi tutta la durata del film, beh, direte che siamo ai massimi livelli di insopportabilità. Invece devo dire che un sabato mattina sopporto cose peggiori, e la parte finale è quella che merita di più, quel confine insuperato tra fantasia e realtà, quando non bastano 180 gradi per capire tutto, si inserisce benissimo, a partire dalla presa in giro della guardia, quando si prospettava una fuga bellissima dalla prigione, e chissà invece cosa è successo…

Funny games (1997)

Come non odiare questo film? Si inizia con l’annuncio della colonna sonora: tre pezzi messi in croce, bruciati nell’incipit, e con i brani disturbanti di un gruppo punk. Ogni tanto poi uno dei divertenti e divertiti ragazzi si diverte a parlare alla cinepresa, ed ammicca notevolmente. Ancora più sconvolgente è il rewind della scena del fucile, quando speravo in una specie di lieto fine, normalissimo anche in un Crime, visto che di cose brutte se ne vedono a iosa. Haneke quindi si è fatto conoscere così, e non ci fa passare un’ora e tre quarti con semplicità. Vi voglio vedere al lago ad accogliere due giovani vestiti bene e con le buone maniere. Se poi prendono il driver dalla borsa del golf, beh, non bastano dozzine di uova, e il primo a morire è…. Non si fanno sconti, non c’è redenzione, non c’è lieto fine. Horror, drammatico, thriller, cosa manca?

Dato che la sfiga mi perseguita non posso approfittare della programmazione di Sky che recentemente ha mandato in onda pure il remake, e credo ci si poteva divertire, tipo Psyco per Van Sant.

I Coen mi perseguitano…

Nell’ultima mezz’ora mi è successo qualcosa di strano. Ho iniziato a vedere Crocevia della morte, un film dei Coen, e l’incipit mi piaceva, riprendeva quello de Il padrino, ma si introducevano troppi personaggi, troppe situazioni; c’erano cosette che mi piacevano, come la Marcia Gay Harden, o i dialoghi, ma tutto sembrava campato per aria, con solo due o tre personaggi principali. Non dico che non voglio vederlo…

Rischiose abitudini volevo invece rivederlo al più presto, diciamo che aspettavo questo titolo da settimane, ma mi sono accorto che nei credits iniziali c’è Annette Bening, una delle grandi attrici alle quali dedicare più spazio in futuro, quindi rinvio.

Vado su Drugstore cowboy, ma nel dvd, al posto suo, c’è Crocevia della morte, un duplicato. Il fato mi tenterebbe, dovrei dedicare un ciclo ai fratelli.

Il prossimo film da vedere? Fargo…

AGGIORNAMENTO.

Fargo dovrebbe durare 98 minuti, eppure nell’hard disk segna 76 minuti: la presa scart non era collegata bene al decoder, e il film passa da una scena all’altra con estrema facilità. Salto anche questo, e vado su Filmtv.it per impostare un avviso sui Coen.