Piccoli cicli per appassionati (1)

Come unire due film per una serata davanti alla tv? Quali sono i giusti abbinamenti da fare? Ci pensa Gegio, che finalmente ha trovato il nuovo titolo ai post derivati da questa pagina, scritta ormai anni orsono. Tempo fa poi ho scelto di salvare un film su dieci visti nelle ultime settimane, quindi ecco spiegato il modus operandi delle prossime righe.

La prima cosa bella ha un certo fascino su di me. Sarà la colonna sonora, o meglio, il brano portante di Malika Ayane, che da’ il titolo al film, cover di Nicola Di Bari, una delle migliaia scritte da Mogol, oppure l’età dei figli di chinonsochisiapiùbella, la Ramazzotti o la Sandrelli, più o meno la mia, più o meno vissuta negli stessi anni dei flashback, o ancora la faccia di Mastrandrea, quell’incazzatura, quella tristezza risolte con un bagno in mare….Non so, ma potrei abbinarlo a Stanno tutti bene, ma l’ho già fatto con Un boss sotto stress, quindi penso a Moonlight mile, ma il legame è troppo forzato…Gli abbracci spezzati? Sono entrambi recenti, ed uno spiega l’altro nel titolo…nahhh. Trovato: Tutto su mia madre!!!

Up è un film d’animazione, non un cartone animato. Con quella faccia da Spencer Tracy, quel vecchiaccio, o meglio vecchietto, mi è entrato nel cuore. Pensione quindi, ma anche New York, un viaggio, il bambino petulante più simpatico del mondo. No, andiamo sul genere, l’altro miglior film d’animazione degli ultimi tempi, Ratatouille.

Sono fotogenico. Una specie di esperimento di Dino Risi, con delle comparse che oserei dire superano il lusso: Gassman, Tognazzi, il compare Monicelli. Ed un Renato Pozzetto mai visto, mai così frenato eppure simpatico. Un film italiano sul cinema tratto dalla Top 200 quindi, oppure solo un film sul cinema degli anni ’70…Effetto notte!!!

 

Questi li salvo? – Speciale 2011

L’anno sta per giungere al termine, e riassumo così gli oltre 200 film visti. Dall’inizio dell’anno ne salvo uno su dieci, che poi passano ai voti, dati col metodo della Top 200. Le categorie sono elencate nel Google doc embeddadato qui sotto (ma anche a questo indirizzo); nei prossimi tempi le cambierò, ma i voti dati finora non cambiano, quindi mi trascinerò volentieri fino alla morte molti dei film che sono sotto elencati…tranne i seguenti, evidenziati in giallo e nella parte alta del foglio elettronico:

  • Distric 9. Debole, anche se coraggioso e interessante. Riusciranno a farne un remake americano molto più brutto?
  • Il dottor T e le donne. Mi sono esaltato a guardare un film che molti ritengono insufficiente, eppure firmato da Robert Altman. L’ho salvato, ma i miei voti si sono rivelati tutti sfavorevoli.

P.S. Ah, finalmente nel file qui sotto per ogni film c’è la mia recensione. Mi sono accorto qualche ora fa che c’erano i link a Filmtv.it, comunque presenti a lato.

2 film su dvd (2) – Piccoli cicli

Non so ancora come rinominare questa vecchia serie di post di qualche anno fa. Lo scopo originale era raccogliere i film a coppia nello stesso dvd, ma col tempo, e con le enormi possibilità che permette la tecnologia, è diventato solamente un modo per farsi dei mini cicli cinematografici.

Con questi post praticamente salvo 1 film su 10, un vezzo un pò più recente, pensato per non buttarli via e conservarli in archivio.

Tra le nuvole, con George Clooney, è praticamente perfetto, gli mancavano solo gli Oscar. Azzardo una serata in compagnia di Ricomincio da capo, di Harold Ramis.

Stanno tutti bene, con Robert De Niro, quindi il remake, ha tutte le pecche del remake, ma, purtroppo devo ammetterlo, ha un finale che emoziona. Da abbinare a Un boss sotto stress, con Billy Crystal, in cui il grande vecchio del cinema riesce a dare il meglio di sè dopo una serie di film da dimenticare.

Precious, da salvare perché è coraggiosissimo, con tematiche lontane dal mainstream, con delle protagoniste in stato di grazia. Da abbinare a Il colore viola.

Questi li voglio? Non è mai detto…

Settimane fa ho iniziato a rivalutare attentamente i film rimasti dopo le eliminazioni della serie Questi li butto. Erano 200 film che, più per coscienza che per caso, ho deciso di dover salvare. Ogni giorno davo loro i voti, dividendone il ruolo di personaggi, attori, regista, colonna sonora, per citarne solo le cose più importanti. Sono arrivato quasi alla fine dell’incomprensibile foglio elettronico di Google docs, e tra qualche giorno tirerò le somme. Però prima aggiungerò i film che in questi mesi mi sono più piaciuti, quelli che ho tirato fuori dalla serie di post 1 x 10 (Uno su dieci). E’ questa la proporzione che ho deciso di usare, ma non è detto che, con un giudizio più analitico, riescano ad entrare tra i film più belli.

Questi quindi sono i film che salverei al momento, visti tutti negli ultimi mesi, quindi una bella sintesi di ore passate davanti alla tv:

 

 

 

Uno su dieci – Speciale commedie (2)

Qui è dura.

Cuori nella tormenta. Finalmente ho visto questo film, dopo anni non di inseguimento ma di poca voglia di registrarlo. Lello Arena è bravino, Verdone è sempre il solito, ma c’è poco da salvare.

Tutte le manie di Bob. Bill Murray e Richard Dreyfuss, il primo preso negli anni meno belli, il secondo forse a caccia di paga. Esagerano, entrambi.

Mio cugino Vincenzo. Insopportabile, ma d’altronde siamo ai recuperi dei recuperi dei film, quindi non potevo aspettarmi tanto.

La signora ammazzatutti. Anche questo insopportabile, ma per un motivo diverso: la critica che Waters fa della società e della tv americane sono disturbanti. Ridi, ma col ghigno.

L’inglese che salì la collina…E’ incredibile a dirsi, ma sembra il film migliore del post. Hugh Grant dopo 4 matrimoni e un funerale, con la sua solita recitazione, ma con una storia piuttosto carina. Colm Meaney insuperabile in questi frangenti.

Il gusto degli altri. Il già visto idiota dei film francesi come protagonista, ma a questo punto preferisco La cena dei cretini, senza il contorno dei teatranti.

Io, me e Irene. Ogni attore che si rispetti deve fare il pazzo, e Jim Carrey si presta all’ennesimo film scorretto dei Farrelly. Salvo solo i personaggi dei figli, poco altro. Ah, c’è anche Renèe Zellweger, ma ormai è una conferma.

I marciapiedi di New York. Woody Allen ha fatto tendenza, quindi ecco i problemi sentimentali e sessuali dei giovani di qualche tempo fa visti con gli occhi di un suo figlio immaginario. Salvo solo Brittany Murphy, il resto sono più di 90 minuti persi.

The truth about Charlie. Non prende assolutamente posizione come genere, dallo spionistico al drammatico, dal melò al thriller. Troppi ingredienti per un remake di Sciarada, mai visto ma idealizzato.

Babbo bastardo. Via via più mieloso, fino all’happy end finale. Thornton interpreta Babbo Natale con poca convinzione forse, ma il regista, gli sceneggiatori, e i Coen (!) ci mettono dentro tutto il politically scorrect possibile, fino quasi al disgusto, ma si dipana piano piano la solita storia natalizia, così da garantirne un passaggio in tv alla vigilia. Ok, Capra è morto, ma rispettiamo la sua memoria ancora per un pò.

Tocca salvarne uno: L’inglese che salì la collina…

 

Uno su dieci – Film recenti (3) e commedie (1)

Prima di passare ad una specie di maratona riguardante i telefilm, vi lascio alle considerazioni sugli ultimi film visti. Anche qui, come per la prossima serie di post, non c’è tanto di cui parlare.

Gli abbracci spezzati. Melò, colpi di scena, anche se a volte sono telefonati, cinema. Almodovar sembra rifaccia Tutto su mia madre, con un lungo flashback a tratti cinefilo, ma affascinante come la protagonista femminile, la Penelope Cruz che stavo quasi per dimenticare. 6/7

The wolfman. Me lo sono già chiesto: perché registrare tutte le prime visioni di Mediaset Premium? Mi faccio del male. 5

Ho iniziato a leggere i pdf delle pagine salvate con lo scanner di Filmtv, e l’anziano attorone inglese, padre del protagonista, dopo aver fatto Proof – La prova, diceva questo: “Quel che non sopporto del cinema di oggi, che tra l’altro non si dovrebbe neppure chiamare cinema, è lo smisurato uso degli effetti speciali. Non sono più film diretti da registi, ma film realizzati da montatori”.

Shutter island. Qui mi rendo conto della grandezza della colonna sonora, del cinema inteso come sala e delle versioni forse meno censurate. A me sembrava durasse di più di due ore e qualche minuto, e davanti allo schermo grande sembrava pure che le immagini ogni tanto si fermassero per qualche decimo di secondo, ma mi sbagliavo. Questa era la volta in cui per un thriller si cercano gli inghippi, le sfasature della sceneggiatura, e così viene fuori che il film non è proprio perfetto. 6 1/2

Green zone. Iraq, Paul Greengrass, cinepresa a mano. L’unica cosa immobile è la faccia di Matt Damon. Peccato perché la storia è piuttosto rivelatrice, se i fatti alla base sono veri. 6

Codice: Genesi. Come non pensare a Mad Max, come non avere altre decine di dejavù, come non pensare ad uno dei peggiori finali scritti negli ultimi tempi? Per fortuna il bibliotecario sembra ponga il volume alla base delle vicende alla pari di molti altri. Anzi, sono curioso: quali sono gli altri libri vicini alla Bibbia nello scaffale? 5

Happy family: Salvatores non è lo stesso di vent’anni fa, ma neanche quello di Io non ho paura. E’ un film diverso per lui, ma anche per coloro che cercano una trama lineare, diretta, senza i fronzoli di sceneggiatore del protagonista e di chi l’ha scritto in realtà. Ci sono Abatantuono e Bentivoglio che rifanno i loro vecchi personaggi dei migliori film del regista, ed è già un bene, dovrebbe bastarvi. 6

Smash his camera. Chissà cosa credevo di guardare…Un documentario sui paparazzi, sulla dolce vita di qualche decennio fa, e invece è l’apoteosi di un solo fotografo, con 3.000.000 di foto in archivio, una specie di ossessione per Jaqueline Kennedy (o Onassis, fate voi) e la sfrontatezza del mestiere. Ha fatto molti soldi, si vede, con certe foto meravigliose, anche famose, ma ha un gusto kitch per la casa. 5+

Pane, amore e fantasia. Passo obbligato per un appassionato come dovrei essere. Anni e anni a dubitare se registrarlo o meno, nelle scorse estati. “Il passaggio tra neorealismo e commedia all’italiana, con successi stratosferici”, così riassumo dal Mereghetti. De Sica sembra un grande, e la Lollobrigida è stata pure giovane, a quanto pare, e bellissima. Certo, tutto appare provinciale, ma meritava almeno una visione. 6

Pane, amore e gelosia. Visione interrotta, forse perché bastava un film della saga, forse perché due ore immersi nella vita degli Abruzzi rurali degli anni ’50 è parecchio tempo. La trama si complica, ma quanto? 5

Il paradiso può attendere. Warren Beatty produce, non ricordo, e dirige. La sua fissazione per il rugby è divertente, specie nell’assemblea dei soci, i tentativi di assassinarlo rapidi ma con conseguenze nervose nella moglie piuttosto esilaranti. Peccato per la pasionaria, personaggio malscritto forse, o inattuale, ma tutto il resto funziona abbastanza a dovere. 6 1/2. E’ il film che potrebbe salvarsi di questo post, ma sopra di esso non vedo granché, quindi mi astengo dall’obbligo di portarne uno nella Top 200. Anzi no, mi smentisco subito: Gli abbracci spezzati.

Uno su dieci – Speciale film recenti (2)

Il bambino col pigiama a righe: l’Olocausto con gli occhi di un bimbo, figlio del nazista che comanda il campo, e che subirà il contrappasso. Ma non è solo il finale a sorprendere, c’è anche l’introduzione lenta del tema, quasi a non voler rivelare una parte della Storia che ormai dovrebbe essere assodata. 6

John Rambo: il politically correct colpisce il personaggio, più disilluso che mai comunque, ma che smembra, taglia, insomma ci fa vedere più sangue di qualsiasi film horror, con una scelta registica piuttosto audace e insolita. Ma non ha trovato nient’altro degli evangelisti come vittime collaterali della guerra civile? 5

Nemico pubblico: questo dovevo rivederlo, come capita per tutte le cose migliori uscite al cinema. Rileggendone in giro mi sono accorto che non era solo la scena del bosco ad esser stata girata in digitale, ma tutto il film, e si vede. Dante Spinotti, grande vecchio della fotografia, ammirevolmente si aggiorna. Ci sono pure scene e personaggi piuttosto cult, come la scena del finale e J. E. Hoover, aspettando Eastwood. 6 1/2

Cosmonauta: perché registrare certi film, me lo sto chiedendo tuttora. Saltati tutti i consigli sui dvd da noleggiare negli anni scorsi, dimenticate tutte le recensioni, le liste di Gegio 1.0, continuo a registrare praticamente a caso i film, e capitano sorprese negative e positive. Ora, una bambina di dieci anni che scappa a casa dalla prima comunione e alla madre arrabbiata dice di essere comunista è già un bel vedere. Poi la cosa si dipana tra russi nello spazio, sezioni del partito, amori, anni ’60 piuttosto anticipati, ma resta un film piuttosto curioso. 6

La prima cosa bella: la versione popolare del come eravamo, non un C’eravamo tanto amati, neanche un film con la Loren e De Sica, ma un bel vedere. Non parlo della Ramazzotti, abbagliante peraltro, ma del resto: una Sandrelli che può dare ancora qualcosa al cinema italiano, un Mastrandrea che avevo perso di vista, e me ne devo pentire, ambientazione e colonna sonora ottime. E mi chiedo se devo rivalutare il cinema italiano pre-nuova commedia all’italiana. 7

L’uomo che verrà. Questo è un’altro esempio di sottovalutazione dei nostri autori. Anni fa, neanche tanto tempo fa, un film in dialetto neanche l’avrei considerato. Ma qui c’è una pagina della nostra storia da considerare, a memoria di tutti, e sarà anche romanzato, sarà ben recitato, ma per i fatti veri non credo che Diritti, il regista, si sia inventato tanto. (Anche qui, come per La prima cosa bella, e il primo film del post, sono i bambini a parlare, a guardare, a cercare di capire il mondo degli adulti). 7

Nel paese delle creature selvagge. Oddio, ancora bimbi protagonisti, neanche me ne sono reso conto. Qui mi pare si prende una favola, la si affida a Spike Jonze, e la si aggiorna con i soliti effetti speciali ed un notevole lavoro sul linguaggio. Poi, che Gegio non riesca più a tornare bambino, o che non riesca a riflettersi nel protagonista, saranno futuri motivi di riflessione. 6+

Nine. Andate in cerca nel veccho blog delle parole che ho speso su questo remake, io non ne ho proprio voglia. Ah, non è un remake? E’ un musical? Io ho interrotto la visione con la Saraghina versione anni 2000. Mi pare un oltraggio verso Fellini. 4

Il quarto tipo. Uno dei film registrati quasi a caso, perché ho fame di cinema, e il mio dvd-recorder non sembra più tanto d’accordo sui timer che gli dò. Alla fine del film cercherete delle conferme sui Sumeri, se non siete avvezzi alla commistione dei generi che i più pratici troveranno, una delle più sorprendenti. Peccato per il finale che sembra farci tornare sul pianeta Terra. 5

Fortapasc. Giancarlo Siani è uno di quei giornalisti che molti anni fa citavano su diverse riviste di contro-informazione. Uno semplice mi pare, uno che ha fatto appena appena qualcosa in più del suo dovere.  Una storia semplice mi pare, che solo noi rendiamo eccezionale, soprattutto nei frangenti attuali. La regia sceglie anche di darci momenti molto ben girati e montati, tanto per farmi smentire i difetti del nostro cinema. 6/7

E il film da salvare è La prima cosa bella.